La prima donna orientale che fu modella di uno scultore del Sud

Quando l'Imperatore Meiji decise di avviare il misterioso Giappone Feudale alla modernizzazione aprendo le frontiere del paese, nessuno poteva immaginare che sarebbe cominciata una grande storia d'amore, immersa nell'arte e nella pittura, tra una giovanissima pittrice giapponese e un famoso scultore siciliano. Siamo verso la fine del 1800 e parliamo di Tayo Kiyohara e Vincenzo Ragusa.

Nel 1875 l'eccentrico e talentuoso scultore siciliano, Ragusa, si trasferisce a Milano per partecipare ad un concorso all'Accademia di Brera che aveva come obiettivo la ricerca di tre insegnanti d'arte da mandare in Giappone. Vincenzo Ragusa viene scelto e partì per il paese del Sol Levante. Un giorno del 1878 mentre era a cavallo nelle strade di Tokyo, l'artista restò incantato dalla bellezza di una ragazza che dipingeva all'aperto. Completamente ammaliato dalla bellezza esotica, l'artista cercò di entrare nelle grazie della giovanissima Tayo Kiyohara insegnandole la le forme pittoriche occidentali.

In principio la 17enne giapponese sembrava poco interessata a questo tipo di pittura, troppo realistica per la sua cultura, ma Ragusa non si perse d'animo. Riempì il giardino della ragazza con ogni tipo di sculture (piante e fiori di ogni tipo e animali come cigni e pesci) che potessero attirare la sua attenzione. Il suo sforzo venne premiato, O'Tama (Sfera di Cristallo Lucente), riprodusse alla perfezione tutti i soggetti con maestria e sentimento, con un sincretismo che unì l'arte orientale e quella occidentale creando capolavori di inestimabile bellezza.

Il sodalizio artistico non terminò, lei lo seguì a Palermo quando Ragusa decise di fondare il Museo - Scuola Giapponese, facendogli anche da modella: la prima modella giapponese che abbia mai posato per un'artista occidentale. O'Tama venne battezzata Eleonora e così sposò Ragusa con rito cattolico nel 1889; si inserì perfettamente nella società palermitana, insegnando pittura a moltissime donne di buona famiglia. Quando lo scultore morì, lei restò nella sua amata Sicilia, a Palermo, fino a quando venne richiamata a Tokyo nel 1933 dalla sua famiglia. Alla sua morte, avvenuta nel 1939, diede disposizione che le sue ceneri fossero riportate in Sicilia per giacere eternamente al fianco del suo sposo.

La produzione artistica di Tayo Kiyohara è di pregevole bellezza e ha un valore importantissimo, è stata la prima a coniugare alla perfezione l'arte eterea giapponese con quella realistica occidentale. Riuscì ad adoperare tutte le tecniche di pittura in modo magistrale, su qualsiasi tipo di supporto;  non fu solo una grande artista ma anche una grande persona: si adoperò insieme al marito per organizzare l'Esposizione Nazionale nel 1901; nel 1888 prestò soccorso a tutti durante l'epidemia di colera e nel 1908 si recò a Messina dove diede ospitalità a molti terremotati (oltre a testimoniare con le sue opere il disastro del terremoto).