Terapia respiratoria post-Covid, al Sud un progetto innovativo di riabilitazione

Per far sì che la pandemia resti soltanto un brutto ricordo, da ogni parte del mondo si stanno facendo progressi nelle cure per cercare di annientare il "nemico invisibile", sia per prevenire la sua comparsa con i vaccini e l'introduzione di nuovi farmaci, sia per eliminare i cosiddetti "effetti collaterali" una volta guariti dalla malattia. E' stato appurato, infatti, che anche dopo la guarigione possono manifestarsi dei problemi, sui quali bisogna intervenire.

Molti medici si stanno già attivando anche in questa direzione. All'ospedale San Marco di Catania, ad esempio, è stato avviato un progetto innovativo che riguarda l'elaborazione di una terapia riabilitativa respiratoria per i pazienti affetti da polmonite sviluppata in seguito al contagio da Covid-19. Si tratta del primo centro ospedaliero nel catanese e uno dei pochi nel Sud Italia ad aver reso possibile la nuova terapia, grazie all'introduzione nel nosocomio di alcuni strumenti per la fisioterapia e la riabilitazione, come il tapis roulant e la cyclette.

"Anche nei pazienti affetti da Covid-19 la fisioterapia respiratoria svolge un ruolo determinante nel recupero della funzione respiratoria e conseguente miglioramento dello stato di salute e della qualità di vita del paziente, sia durante lo stato di malattia, che nel periodo post Covid" , spiega al Quotidiano di Sicilia Nunzio Crimi, direttore della Pneumologia del San Marco e del Policlinico alla guida del progetto.

"La malattia comporta spesso difficoltà respiratoria più o meno grave in relazione alla sua intensità, ma anche astenia e difficoltà di movimento nelle attività routinarie giornaliere, e ciò determina influenze negative anche dal punto di vista psichico", continua la nota riportata dal Quotidiano di Sicilia. "Il processo di riabilitazione è lento - sottolinea Gaetano Sirna, direttore generale dell'ospedale catanese - ma fondamentale per i pazienti che sviluppano insufficienza respiratoria.

Abbiamo approfittato del fatto che un benefattore ci ha donato delle attrezzature, e , grazie all'interessamento del dottor Crimi, abbiamo attivato questo percorso inizialmente per i pazienti Covid ricoverati al San Marco, ma che intendiamo estendere anche alle cure domiciliari, attraverso la Telemedicina", conclude Sirna.