'Partorire sorridendo', al Sud le future mamme potranno partorire senza dolore

Al Sud le future mamme avranno la possibilità di partorire in maniera un po' più dolce. Nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale San Giacomo D'Altropasso di Licata, in provincia di Agrigento, diretto dal dottor Luigi Li Calsi, arriva il progetto "Partorire sorridendo": in sostanza le donne in dolce attesa potranno scegliere di somministrarsi un gas analgesico che rilassa, che riduce il dolore del travaglio grazie a un effetto euforizzante.

Come racconta al quotidiano Adnkronos il direttore del reparto Luigi Li Calsi, "il progetto 'Partorire sorridendo' è il sogno di tutte le future mamme e da questo mese è diventata la realtà per le signore che partoriscono presso l'Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Licata". Dopo alcuni mesi di sperimentazione la nuova metodologia di analgesia medica nel travaglio di parto è stata introdotta stabilmente e sta già riscuotendo un buon successo.

"Si tratta di una miscela di Ossigeno e Protossido di Azoto - aggiunge il medico -quest'ultimo conosciuto da tempo come gas esilarante, che la partoriente si somministra da sola tramite un dispositivo che libera l'analgesico con una valvola on-demand, cioè con un utilizzo in modo autonomo della gestante a seconda della percezione del dolore".

L'anestetico venne scoperto da Joseph Priestley nel 1772. Venti anni dopo un altro scienziato, H. Davy, lo sperimentò insieme ad altri medici, scoprendo che l'inalazione di protossido di azoto riesce a ridurre molto la sensazione del dolore, attraverso l'induzione di un piacevole rilassamento psichico e muscolare. Questa scoperta fu d'aiuto non solo alle ostetriche, ma soprattutto ai dentisti che iniziarono ad utilizzarlo come anestesia durante le loro operazioni ai pazienti, che rimanevano comunque svegli.

"Partorire utilizzando questa miscela di protossido d'azoto e ossigeno comporta innumerevoli vantaggi rispetto alle tecniche tradizionali, come ad esempio l'anestesia epidurale utilizzata per diminuire il dolore durante il travaglio. Anzitutto la totale assenza di controindicazioni, trattandosi di un gas innocuo che al massimo procura euforia, lascia la futura mamma sveglia e perfettamente cosciente di quello che le sta accadendo, limitandosi a diminuire il dolore nelle fasi peggiori del travaglio.

E' una metodica non invasiva che non interferisce con la naturalità dell'evento del parto - continua il dottor Li Calsi - la donna ha un ruolo attivo e gestisce in modo autonomo, assecondando le proprie sensazioni, il ricorso al gas che rappresenta un prezioso alleato per la gestione in modo autonomo del dolore. Non ha effetti sulla naturale progressione del travaglio e del parto, ma spesso la metodica è collegata ad una riduzione dei tempi della fase espulsiva poiché la donna è meno stanca ed affronta le spinte con una maggiore riserva di energie oltreché sicura ed innocua per la gestante e per il bambino".