Tumori, scoperta al Sud una proteina per combattere il cancro al fegato

Nonostante la pandemia e la grande attenzione puntata sull'emergenza Coronavirus, al Sud non si ferma la ricerca per combattere i tumori o altri tipi di patologie molto rischiose per la nostra salute. Dall'Irccs Saverio de Bellis di Castellana Grotte, in provincia di Bari, arriva una nuova scoperta per curare i cancro al fegato. La grande arma per combattere la malattia, spiegano i ricercatori del centro pugliese: "era dentro di noi, e non lo sapevamo. Un'arma fisiologica, naturale. E potente. Ha il nome di una proteina, Proteoglicano-4 (in sigla Prg-4), e la produce il nostro organismo".

Nel dettaglio, gli scienziati hanno scoperto che aumentando la presenza di questa proteina - stimolandone l'autoproduzione a livello epatico o somministrandola dall'esterno - aumenta l'efficacia dei farmaci oggi in uso, consentendo al tempo stesso di ridurne i dosaggi con ovvie ricadute in termini di minori effetti collaterali.

Quegli effetti rappresentavano il più grande ostacolo nella lotta all'epatocarcinoma (HCC), ossia il quinto tumore in ordine di frequenza e il terzo per malignità. Dunque, ottimizzando l'efficacia terapeutica, la ricerca castellanese segna una innovativa strategia in campo oncologico, tanto da essere stata pubblicata sul prestigioso "Cell Death and Disease"(rivista del gruppo Nature Publishing Group).

"Il Proteoglicano-4 è una glicoproteina, cioè una proteina con attaccati alcuni zuccheri – spiega il dott. Francesco Dituri, biologo assunto all'Irccs come ricercatore mediante la procedura ministeriale ormai nota come Piramide della Ricerca - prodotta dal nostro organismo e distribuita soprattutto nelle articolazioni e nell’occhio, dove agisce come un 'lubrificante' fisiologico (da cui anche il nome di Lubricina). La ricerca per la prima volta descrive il suo ruolo nei casi di cancro al fegato.

Due gli aspetti rilevanti: da un lato, elevati livelli di Prg-4 nel tessuto tumorale comportano una migliore sopravvivenza dei pazienti; dall'altro, i due citati farmaci diventano molto più efficaci nel distruggere le cellule tumorali, se è presente il Prg-4: che essendo già nel nostro organismo non comporta effetti collaterali".

Questi risultati hanno richiesto un lungo periodo di validazione scientifica, coinvolgendo numerosi ricercatori dell'Istituto anche in collaborazione con i colleghi statunitensi. "Il risultato ottenuto - sottolinea il direttore scientifico dell'Irccs, Gianluigi Giannelli - può aprire nuovi scenari nella lotta contro il cancro migliorando l'efficacia delle terapie oncologiche e individuando nuovi bersagli cellulari. L'assoluta innovazione della nostra ricerca sta nell'aver di fatto potenziato l'effetto antitumorale dei farmaci più impiegati nella cura, riducendone però i dosaggi grazie all'impiego simultaneo del Prg-4. Ora stiamo ampliando le nostre ricerche a tutti i tumori gastrointestinali".

A tutti gli effetti, dunque, una nuova strategia d'azione: "Tanto innovativa – conclude il Direttore Generale dell'Irccs, Tommaso Stallone – da essere ora al vaglio di commissioni internazionali e nazionali brevetti. Senza dimenticare che l'impiego di questa proteina è stato di recente approvato dalla Food and Drug Administration statunitense, l'equivalente dell'Aifa”.