Tumori della tiroide, al Sud una tecnica mininvasiva per la cura dei noduli

Al Sud arriva una tecnica mininvasiva per annientare i tumori benigni della tiroide. Il grande risultato è stato raggiunto dal Dipartimento oncologico "La Maddalena", il primo centro a Palermo dove si pratica la termoablazione con laser per la cura dei noduli tiroidei. Una procedura che è in grado di ridurre il volume del nodulo attraverso l'impiego di una fibra laser che produce energia attraverso un ago.

"Questo tipo di tumori benigni - spiega a Palermo Today Simona Merlino, medico dell'Unità Operativa di Endocrinologia de 'La Maddalena' - sono stati finora gestiti o attraverso la terapia con l'ormone tiroideo, o con l'alcolizzazione, inserendo alcol etilico puro all'interno del nodulo, oppure con il classico intervento chirurgico che presuppone l'asportazione parziale o totale della ghiandola e poi una terapia sostitutiva. La termoablazione, invece, senza praticare alcuna incisione, riduce di almeno il 50 per cento il volume di noduli tiroidei benigni in un singolo intervento, con tempi di ripresa per il paziente pressoché immediati".

L'intervento viene eseguito in day hospital e dura circa quaranta minuti, nel caso di noduli più grandi al massimo un'ora, e poco dopo il paziente può essere dimesso e tornare a casa. Le operazioni si svolgono all'interno dell'ambulatorio di endocrinologia della struttura ospedaliera, recentemente rimodernata con liste d'attesa azzerate per le visite. Inoltre, il Dipartimento oncologico palermitano è l'unico centro in Sicilia occidentale dove i tumori tiroidei vengono trattati, in degenza protetta, con la terapia radiometabolica, che aggredisce il tumore raggiungendo velocemente le cellule malate.

Centro all'avanguardia per i tumori alla tiroide, l'ospedale "La Maddalena" aggiunge un'altra tecnica per curare i pazienti, la termoablazione, utilizzata soltanto per curare i tumori benigni. Per quanto riguarda i tumori maligni la procedura è in fase di sperimentazione. "E' una tecnica consolidata da molti anni nei centri di riferimento - ha concluso il chirurgo Antonio Noto - possiamo tranquillamente dire che si tratta di una procedura ragionevolmente sicura, con il massimo vantaggio per i pazienti".