Il nobile principe del Sud forte e fiero: "Il Gattopardo"

Giuseppe Tomasi di Lampedusa nasce a Lampedusa il 23 Dicembre del 1896 esponente della nobiltà siciliana, fu un uomo taciturno e solitario dedito alla scrittura e alla lettura. Partecipò, nella Prima Guerra Mondiale, alla Disfatta di Caporetto in cui venne catturato per poi essere rinchiuso in Ungheria per qualche tempo.

Tornato a Palermo, dopo la prigionia, si occupò per la prima volta di scrivere per una rivista letteraria; questo è stato il primo passo verso la sua formazione di scrittore che gli diede l'occasione di incontrare Maria Villavecchia Bellonci e Eugenio Montale, infatti, si dice che l'incontro con quest'ultimo abbia ispirato Tomasi per la stesura de "Il Gattopardo".

Il romanzo inizia con la recita del rosario nelle sale del Palazzo Salina, dove il principe Fabrizio (personaggio ispirato al nonno di Tomasi) abita con la moglie e sette figli. Il gattopardo è un uomo affascinante e raffinato, appassionato di astronomia ma attento osservatore della progressiva decadenza del proprio ceto, infatti, lo sbarco dei garibaldini in Sicilia fa spazio ad una nuova classe, quella borghese che il principe disprezza. Suo nipote, invece, Tancredi Falconieri mostra interesse nella nuova epoca, tanto da combattere al fianco dei garibaldini e nello stesso tempo cerca di rassicurare lo zio sul vantaggio che avrà la classe nobile alla fine della guerra.

Dopo l'annessione della Sicilia al Regno di Sardegna per Plebiscito, il Principe Gattopardo vivrà in modo tranquillo e solitario, avvolto dal calore familiare fino a spegnersi serenamente in una stanza d'albergo a Palermo.

Tomasi scelse come titolo del romanzo il gattopardo, perché simbolo della sua casata, con accezione sia positiva che negativa, da una parte c'è il paragone tra la sua stirpe e la ferocia come ambizione e risolutezza dell'animale e dall'altra il sentimento di illusione e rassegnazione per gli eventi susseguiti durante la storia.

Spesso considerato un romanzo specificamente storico, "Il Gattopardo" ha moltissime accezioni psicologiche e biografiche dell'autore che racconta una Sicilia di fine Ottocento inizio Novecento in cui la nobiltà si avvia verso il suo crepuscolo con eleganza ed accettazione, ma percorre attraverso una scrittura magistrale luoghi fantastici di questo paese.