Il vaso più bello del mondo? Si trova in un museo del Sud

Un antico reperto rinvenuto in Campania alcuni decenni fa è stato definito "il vaso più bello del mondo": si tratta del cratere di Assteas.

E' possibile ammirarlo presso il Museo Archeologico del Sannio Caudino, a Montesarchio: cittadina che sorge tra le province di Benevento e Caserta e considerata uno dei borghi più belli d'Italia. Il vaso fu realizzato da Assteas, famoso artista pestano del IV secolo a.C., che solitamente firmava solo le sue opere migliori.

Il reperto è un raro capolavoro: raffigura il rapimento della principessa fenicia Europa, nonna del mitico re Minosse, ad opera di Zeus, trasformatosi all'occorrenza in toro bianco. Con questo atteso ritorno il Museo di Paestum inaugura anche la sezione al secondo piano, sulla Preistoria, con la ricostruzione di una necropoli risalente all'età del Rame.

L'attribuzione è certa, dato che il ceramografo incise sulla superficie del vaso sia la sua firma che i nomi delle figure dipinte. La sua storia è particolare: fu trovato da un operaio durante i lavori di scavo per la rete fognaria sannita. Il carpentiere prima si appropriò illegalmente del reperto per poi venderlo sul mercato nero.

Il cratere ha poi seguito la filiera di un'organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di reperti storici. In seguito a lunghe e complesse indagini dei carabinieri è stato possibile riportare il cratere in Italia. Dal 2007 ad oggi il vaso è stato esposto a New York e in diverse città europee, ma attualmente è possibile ammirare questo gioiello presso il Museo sannita, situato all'interno del castello di Montesarchio, l'antica Caudium.

La cittadina caudina è attraversata dalla Via Francigena del Sud che segue il tracciato dell’antica Via Appia, prima strada consolare costruita dai Romani nel 312 a.C., per questo detta "regina viarum". Il castello di Montesarchio è di forte valenza strategica ha rivestito nei secoli il ruolo di castello reale passando dal potere longobardo, ai normanni, agli svevi, agli angioini e agli aragonesi. Il borgo ha visto nei secoli diversi aggiornamenti del suo castello e della sua torre.