Ricercatrice meridionale alla guida di uno studio per combattere il Covid

La ricerca contro il Coronavirus porta anche la firma di una ricercatrice pugliese: si tratta di Tina Cafiero. La genetista brindisina è alla guida del team sul primo studio, tutto italiano, che affronta la tematica della medicina di precisione nell’ambito della terapia per Sars-CoV2. A dare la notizia è BrindisiReport.

La ricerca consiste in uno studio di farmacogenetica “in silico” di tutte le varianti genetiche responsabili di maggiore efficacia o reazioni avverse a specifici farmaci usati in pazienti Covid -19 e che possono essere utilizzate come marcatori per una migliore gestione terapeutica dei pazienti.

"Questa disciplina - spiega Tina Cafiero - è comparsa di recente come nuova branca della ricerca scientifica, prevede l’uso di sistemi informatici e database, per prevedere fenomeni di natura chimico biologica.

I sistemi in silico vengono quindi allo scopo di prevedere e convalidare nuove informazioni sulla base della comparazione, analisi ed interconnessione dei dati. Lo scopo del nostro lavoro è stato quello di fornire un esaustivo e facilmente interpretabile pannello di dati genetici da indagare e correlare alla risposta a specifici farmaci utilizzati per la terapia da infezione da Sars-CoV2.

Il prossimo passo della nostra ricerca - afferma la genetista - è quello di capire come i pazienti covid gravi si differenzino dagli asintomatici e modulare ulteriormente il trattamento per i pazienti gravi. In attesa del vaccino è indispensabile intervenire con le armi che la scienza fino ad ora ci fornisce e trattare meglio possibile i pazienti covid per poterli salvare".

Lo studio è stato pubblicato dalla rivista "Pharmacogenomics and Personalized Medicine", una delle riviste più accreditate nel mondo nella specifica disciplina.

L’equipe di ricercatori, oltre alla brindisina Tina Cafiero, Genetista PhD in genetica Molecolare esperta in Farmacogenetica, è composta da Alessandra Micera, capo ricercatore laboratorio presso la fondazione Bietti ospedale San Giovanni di Roma, da Agnese Re, ricercatore presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma Policlinico Gemelli, e da Raffaele Palmirotta, ricercatore e medico genetista presso l'Università di Bari.