Scavi archeologici sommersi, proseguono le ricerche di tre atenei meridionali

Continuano le ricerche archeologiche subacquee nell'insenatura di Torre Santa Sabina - Baia dei Camerini (Comune di Carovigno, Brindisi), in corso dal 7 fino al 30 settembre. Lo scavo, condotto in regime di concessione del Ministero dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio Brindisi, Lecce e Taranto, vede coinvolte le tre Università pugliesi di Bari, Foggia e Salento.

Si tratta della prima collaborazione sistematica delle tre università in questo settore, sviluppata grazie al progetto Interreg Italia-Croatia Project UnderwaterMuse
che vede coinvolti anche il Dipartimento Turismo Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia, l'Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia (Lead Partner), l'Università Ca' Foscari Venezia, la Public Institution for Coordination and Development of Split - Dalmatia County RERA S.D. e il Comune di Kastela (Croazia).

Le indagini in corso si sono concentrate in tre punti della baia, che consentono di ricostruire la lunga storia di questo importante approdo: il relitto della nave romana della fine del III-inizi del IV secolo d.C., i resti di una galea veneziana (la Galea Magna che dai documenti risulta essere affondata nelle acque di Carovigno alla fine del XVI secolo), la sequenza di strati esito della sovrapposizione di carichi di navi naufragate contro le terribili scogliere di questa "baia trappola" tra l'età greca arcaica e l'età romana tardoantica.

Le indagini, svolte con il supporto tecnico dell'Associazione Onlus Asso - Archeologia Subacquea Speleologia Organizzazione di Roma, prevedono anche prospezioni geofisiche subacquee, rilevamenti e modellazione 3D con voli da drone, laser scanner e altre tecniche innovative grazie al Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino). Insomma un progetto multidisciplinare e globale di indagini archeologiche, finalizzate anche alla valorizzazione del patrimonio culturale costiero e subacqueo.

"L'approdo millenario, frequentato lungo un arco temporale che va dalla protostoria all'età medievale e moderna, si configura come un testimone pressoché unico dell'evoluzione del paesaggio costiero, di rotte e flussi commerciali, di movimenti di uomini, tecniche e saperi – ha spiegato al quotidiano La Repubblica la direttrice scientifica Rita Auriemma, docente UniSalento di Archeologia subacquea – Baia dei Camerini ha gelosamente conservato importanti resti di carichi e di scheletri di navi che si sono infrante contro le sue scogliere, talora accumulandosi sui preesistenti, fino a creare una stratigrafia compatta e densa di materiali eterogenei, ma anche tracce significative di insediamenti e di attività che l’innalzamento del mare ha occultato per secoli”.