Al Sud una giovane turista trova in mare un prezioso reperto del XIV secolo

Una giovane turista di Bolzano, in vacanza nel Salento, ha trovato nelle acque meridionali un prezioso reperto in ceramica risalente a diversi secoli fa. E' successo a Sant'Isodoro, una località del Comune di Nardò in provincia di Lecce. A riportare la notizia è proprio il comune cittadino sulla sua pagina ufficiale facebook: la giovane ha immediatamente consegnato alle autorità il reperto, diventando l'artefice di una scoperta che potrebbe avere interessanti risvolti sul fronte della ricerca e per il patrimonio museale neretino.

Nadine La Salvia, ventenne studentessa universitaria, ha intravisto il manufatto sul fondale a circa due metri di profondità, attratta dalle decorazioni in rosso. Lo ha recuperato incuriosita e ha chiesto parere a un suo ex professore di storia dell'arte, a cui ha inviato alcune foto del prezioso ritrovamento. Il docente ha capito subito che poteva trattarsi di qualcosa di antico e l'ha invitata a contattare la Capitaneria di Porto di Gallipoli, che ha recuperato il reperto e lo ha poi consegnato alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto.

Ora si trova presso il laboratorio del Museo del Mare Antico di Nardò per i trattamenti necessari in acqua dolce. L'analisi ha consentito di stabilire che si tratta di un bacino in ceramica invetriata policroma, decorata in stile "Taranto" e risalente a un periodo compreso tra il XIV e il XV secolo. Peraltro, pare trattarsi degli stessi bacini in ceramica "ritratti" in diversi affreschi murari nel chiostro di Sant'Antonio e in cattedrale.

Nardò, del resto, è stato soprattutto nel Seicento un fiorente centro produttivo di ceramica, grazie alle fornaci e ai maestri locali, i cui manufatti impreziosirono le case degli alti prelati, dei nobili e delle classi agiate (come ha minuziosamente descritto il fenomeno il ricercatore Riccardo Viganò). È probabile che questa abilità artigianale fosse già diffusa in un'età un poco precedente, cioè quella alla quale è stato ricondotto il bacino rinvenuto a Sant'Isidoro.

"Certamente apprezzabile il comportamento della ragazza, che ha trasformato il bagno nelle acque joniche del Salento in una fortunata e involontaria 'esplorazione' nell'archeologia tardo-medievale - si legge sulla pagina facebook del Comune di Nardò -Grazie Nadine, per la tua sensibilità e il senso di responsabilità".