Al Sud c'è una città chiamata "piccola Atene": è simbolo di cultura e di libertà

Al Sud ci sono luoghi bellissimi, pieni di magia e tradizioni autentiche, realtà spesso introvabili nel resto d'Europa e del mondo. In questo articolo vi parliamo di una città siciliana, definita per un certo periodo "piccola Atene", un appellativo che certamente si addice alla sua bellezza.

Parliamo di Caltanissetta, una ridente cittadina dell’entroterra siculo, definita appunto piccola Atene per un periodo di tempo che andò dagli anni ’30 alla metà degli anni ’50 del ‘900. “Piccola Atene” è una definizione che assume ancora più rilevanza in considerazione del fatto che ad inventarla fu un figlio della Sicilia: Leonardo Sciascia, che nel 1935 si era trasferito lì con la famiglia.

Grazie ai contatti acquisiti negli anni in quel luogo, riuscì a muovere i primi passi nel mondo della letteratura, tant'è che pochi sanno che fu un suo omonimo, ma non parente, a lanciare Sciascia per la prima volta nel mondo dell’editoria. E fu proprio grazie a questo personaggio che Caltanissetta visse il suo periodo d’oro. Si chiamava Salvatore Sciascia, fondatore di una casa editrice nel 1946 e di una libreria nel 1950, entrambe col suo nome.

Quella libreria, chiusa purtroppo nel 2012, fu un imprescindibile perno di cultura attorno al quale ruotò un gruppo di personalità straordinarie. Oltre a Brancati e Sciascia, l’editore pubblicò personaggi del calibro di Alberto Bevilacqua, Vicente Aleixandre e, soprattutto, Pier Paolo Pasolini.

Ma perché Sciascia paragonò Caltanissetta proprio ad Atene? Il parallelismo va interpretato sia in funzione del calibro degli scrittori che gravitarono nell’orbita nissena (un po’ come quelli che fiorirono nella pòlis greca del V sec. a.C), ma anche in virtù del simbolo di pace e libertà che incarnò. Salvatore Sciascia aveva avuto l'intelligenza di formare quel circolo di intellettuali che rappresentavano simbolicamente il ruolo del sapere come rifiuto dell’oppressione e dell'imposizione, e quindi della libertà (in quel momento imperversava l’ombra minacciosa del Fascismo). Così Caltanissetta divenne per la Sicilia portavoce di un movimento rivoluzionario che opponeva, con la stessa potenza, le parole alle armi. E attraverso il sapere, cercava la libertà.