Realizzato al Sud un trapianto di utero: è la prima volta in Italia

Anche se l'attenzione mediatica è ancora notevolmente concentrata sull'emergenza Coronavirus, in Italia continuano ad esserci urgenze sanitarie di ogni tipo, e spesso e volentieri anche vere e proprie eccellenze o interventi record. Noi vi raccontiamo quelle realizzate al Sud, che sono sempre di più e che mettono in evidenza delle realtà davvero eccezionali anche nei nostri territori.

In questo articolo, ad esempio, vi parliamo di un trapianto avvenuto in Italia per la prima volta nella storia. Si tratta del trapianto di utero, un delicatissimo intervento realizzato su una paziente di 30 anni, eseguito al Centro Trapianti del Policlinico di Catania, in collaborazione con l’Azienda ospedaliera Cannizzaro. L’equipe che ha condotto l'operazione è composta dai professori Pierfrancesco e Massimiliano Veroux, Paolo Scollo e Giuseppe Scibilia. La donna, siciliana, è in buone condizioni di salute.

Il governatore della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha espresso la sua soddisfazione con gioia: "È un motivo di grande orgoglio per la sanità di tutto il nostro Paese. La testimonianza stessa di un miracolo 'umanò che restituisce vita grazie al gesto di estrema generosità di una donatrice. Ai medici e a tutti i professionisti impegnati in questa impresa, i complimenti ed il ringraziamento di tutto il governo regionale e del popolo siciliano".

Quello di Catania è il primo centro italiano dove si è svolto questo trapianto in via sperimentale. Come si legge sul sito della fondazione Umberto Veronesi, possono essere considerate per l’eventuale trapianto pazienti di età compresa tra i 18 e 40 anni, affette dalla sindrome di Mayer-Rokitansky o da una malformazione dell'utero. Possono essere incluse anche donne sottoposte a rimozione chirurgica dell’utero per cause non tumorali. L’iter diagnostico prevede un primo step da effettuare nell'unità operativa di ginecologia e ostetricia dell'ospedale Cannizzaro e successivamente nel centro trapianti.
La valutazione prevede di verificare l’idoneità clinico strumentale tipica per i pazienti da sottoporre al trapianto di un organo solido, unitamente a una valutazione psicologica.