Sibari patrimonio Unesco, Sgarbi: "Una città che va oltre la storia e il tempo"

La candidatura di Sibari a Patrimonio Unesco acquista sempre più valore e seguito. La perla dello Ionio in provincia di Cosenza è infatti una delle città più importanti della Magna Grecia e si basa su un'economia prevalentemente turistica. Affacciata sul golfo di Taranto, tra i fiumi Crati e Coscile, la cittadella meridionale fu fondata alla fine dell' VIII secolo a.C. da un gruppo di Achei provenienti dal Peloponneso. Si sviluppò poi rapidamente grazie alla grande ricchezza del suo territorio dove si coltivano olio, frumenti e frutta. Secondo Strabone, Sibari fu fondata da Is di Elice.

A sostenere attivamente la campagna per l'inserimento dell'antica Sybaris nel patrimonio dell'Umanità dell'Unesco Vittorio Sgarbi, celebre storico dell'arte e parlamentare. Come riportato dal quotidiano La Gazzetta del Sud, la notizia è stata comunicata dal presidente del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli: Sgarbi, che in passato già si era mobilitato per la promozione e valorizzazione di Sibari e della Magna Grecia, adesso è tornato a impugnare la causa con l'invito al ministero dei Beni Culturali "a istruire subito la pratica per inserire il sito archeologico calabrese nel patrimonio dell'Umanità dell'Unesco".

Sibari, ha scritto Vittorio Sgarbi, "è un luogo di civiltà e del desiderio di ricchezza, dello spirito e dei sensi, che va oltre la storia e il tempo! Un bene immateriale, non soltanto archeologico. E' arrivato il momento che il ministero dei Beni Culturali istruisca la pratica per inserire Sibari tra i siti patrimonio dell'Umanità dell'Unesco. La grande città antica fu il più forte e concreto punto di congiunzione fra Grecia e Magna Grecia, ospitando gli Achei del Peloponneso sulla costa del Golfo di Taranto, al confine settentrionale dell'odierna Calabria".

"Il sito della primitiva città - ha continuato lo storico dell'arte - può considerarsi ormai accertato in località Parco del Cavallo. Tra il VII e il VI sec. le si attribuivano un periodo urbano di oltre 9 chilometri e più di 300 mila abitanti, e conquistò la supremazia sulle città vicine: l'eccessiva floridezza ne accrebbe a dismisura la mollezza e il fasto tanto che in una famosa battaglia (510 a.C.) sul fiume Traente (odierno Trionto), i Sibariti furono sconfitti dai Crotoniati. Da qui, ancora nell'uso corrente, la parola 'Sibaritico' con il significato di persona estremamente raffinata, che ama circondarsi di piacere e di lusso (con allusione alla nota ricchezza e libertà di costumi degli antichi abitanti di Sibari)".

"Si tratta di un luogo di civiltà e di affinità psicologica con consuetudini che vanno oltre il tempo e la storia, per le quali può addirittura valere, come per le feste religiose e popolari (vedi la Viaria di Palmi) l'indicazione Unesco non solo di sito archeologico ma anche di bene immateriale. Sibari è un luogo dello spirito e dei sensi. Della storia e del desiderio di ricchezza. E', in un certo senso, nel bene e nel male, una città del nostro tempo e indica un'ansia della nostra vita", ha concluso Vittorio Sgarbi.