Al Sud scorre il fiume dei miracoli: sarebbe efficace contro alcune malattie

Tra le tante leggende meridionali che mischiano mistero, folklore e spesso religione, c'è anche quella su un fiume detto "fiume dei miracoli". Si tratta del fiume Tara, che secondo la tradizione si sarebbe reso protagonista di un miracolo. Come racconta madeintaranto.org, sembra che un giorno un proprietario terriero della zona avesse dato ordine a un contadino di uccidere un vecchio asino, che non era più buono a lavorare, gettandolo nelle acque del fiume.

L’uomo, come ordinatogli, lo gettò nelle acque del fiume, ma un altro contadino, impietosito dallo sguardo dell’asino, lo tirò fuori, lo accarezzò e lo coprì di fango raccolto con le mani. Così l'asino ritrovò subito le forze. Da quel momento gli uomini e le donne dei paesi intorno alla città raggiungevano il fiume Tara e si bagnavano nelle sue acque ritenendole miracolose.

Secondo un'altra leggenda, invece, il fiume Tara fu protagonista della fondazione di Taranto. Infatti, mentre sulle rive di questo fiume, Taras, figlio della ninfa Satyria e di Nettuno, compiva sacrifici per onorare suo padre Poseidone, gli sarebbe apparso all'improvviso un delfino, segno che avrebbe interpretato di buon auspicio e di incoraggiamento per fondare una città da dedicare a sua madre Satyria che chiamò quindi Saturo, località tuttora esistente. Infatti, lo stemma di Taranto porta proprio l’immagine di questa leggenda.

Queste leggende, negli anni, hanno alimentato il mito del fiume tanto che moltissima gente frequentava questi luoghi e si immergeva nelle acque fredde per coprire il corpo con i fanghi per le presunte proprietà terapeutiche. Queste acque pare avessero anche un'efficacia su alcune patologie psichiatriche o psicologiche. In questo luogo, all'alba del primo settembre di ogni anno, intorno a quelle acque, si alza la preghiera che i fedeli intonano alla “Madonna del fiume”. E arrivano persone non solo da Taranto, ma anche da Massafra, Bari, Monopoli e Santeramo.