E' del Sud il militare ferito nell'esplosione di Beirut: "Sto bene, non preoccupatevi"

Le immagini spaventose della terribile esplosione a Beirut hanno fatto il giro del mondo. Il bilancio delle vittime, purtroppo, continua a crescere, così come i feriti, che sono migliaia. Tra questi c'è anche un soldato italiano, Roberto Caldarulo, per fortuna toccato solo lievemente dalla furia dell'esplosione.

Roberto è un militare meridionale, caporalmaggiore dell'Esercito, nato a Bari, e fa parte del contingente Unifil, la Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite. Ora è ricoverato in ospedale, ma sta bene e lui stesso ha telefonato alla moglie e ai due figli per rassicurarli. Nelle ultime ore, incalzato dai giornalisti, ha raccontato quella giornata di terrore e distruzione: "Per noi era una normale giornata di lavoro, stavamo preparando tutto ciò che serviva per la prossima attività. I soccorsi sono stati quasi tempestivi nonostante le strade non erano al massimo della praticabilità. È stato bello vedere la colonna del contingente italiano di Unifil quando sono venuti a prenderci. Siamo arrivati in base verso l'alba, vedere l'alba è l'inizio di un nuovo giorno".

Come ha spiegato, l'esplosione è stata imprevedibile e "inaspettata", e "oltre a essere stati fortunati, siamo stati anche coesi, lucidi. Ognuno ha chiamato le proprie famiglie e colgo l'occasione per rasserenare tutti: stiamo bene, non vi preoccupate", ha detto Roberto. Il sindaco di Bitonto (dove Roberto e la sua famiglia vivono) ha subito fatto sentire la sua vicinanza: "A Roberto e alla sua famiglia vada l'abbraccio di tutta la comunità bitontina e pugliese", ha scritto in un post pubblicato su Facebook. "Non riesco neanche a immaginare - ha proseguito il sindaco - cosa abbiano provato e quali devastanti ricordi resteranno nella memoria di questo terribile evento. Vi siamo vicini".

Caldarulo è nell'esercito da sette anni ed è in servizio al Battaglione Gestione Transito che si occupa di logistica. Il militare pugliese è già stato in missione in Turchia e nel Kosovo, dove si è distinto e ha ricevuto encomi e riconoscimenti.