Al Sud nasce la prima fabbrica pubblica di mascherine in Italia

Al Sud nasce la prima fabbrica pubblica di mascherine in Italia. E' stata realizzata in Puglia, nell'ex Ciapi di Bari in via Corigliano, sede che fino a qualche mese fa ospitava gli uffici regionali. Lo stabilimento sarà in grado di produrre a regime ben 30 milioni di mascherine chirurgiche all'anno, 15 milioni di FFP2 e 15 milioni di FFP3. La produzione di dispositivi di protezione individuale, inoltre, prevede anche la realizzazione di mascherine con valvola, camici, calzari, tute e copricapo.

Le mascherine FFP3 con valvola prodotte nella fabbrica costeranno 0,27 centesimi l'una, mentre per le mascherine FFP2 il costo sarà di 0,16 euro. Ad annunciare la notizia su facebook della nascita della nuova fabbrica "strategica" è il governatore della Puglia, Michele Emiliano: "Abbiamo realizzato in Puglia la prima fabbrica pubblica d’Italia, di proprietà della Regione, che produce Dpi, i dispositivi di produzione individuale indispensabili per fronteggiare il Covid19".

"La Protezione civile della Regione Puglia ha iniziato a realizzare lo stabilimento durante il lockdown, quando ci siamo resi conto della penuria di Dpi sul territorio nazionale ed europeo - ha spiegato Emiliano - I lavori sono iniziati il 30 marzo 2020, con il recupero di un capannone a uso deposito di proprietà regionale che è stato ristrutturato con l’installazione di impianti energetici ad alto risparmio".

"All'interno sono state montate tre linee di produzione (una per le chirurgiche e due per FFP2 e FFP3), macchine a controllo numerico per il taglio e il confezionamento dei camici e la saldatura al nastro, oltre che per la sanificazione, stazioni di taglio e cucito, 26 postazioni per l’assemblaggio, magazzini e uffici gestionali, un laboratorio di prova per la verifica della qualità dei prodotti - ha aggiunto - Le linee di produzione sono di fabbricazione cinese, gli altri macchinari di produzione italiana e pugliese".

"La missione di questa fabbrica è quella di fornire Dpi, senza sostituirsi alle aziende private, per mantenere in sicurezza il sistema sanitario pugliese, le aziende strategiche e il sistema di protezione civile regionale, anche in caso di penuria di mercato. Mi auguro che questo lavoro tutto pugliese per mettere in sicurezza la nostra regione non serva, ma se dovesse servire noi saremo pronti a fronteggiare la seconda ondata del coronavirus", ha concluso il presidente della Regione Puglia.