Coronavirus, Giulio Tarro: "Vi spiego il perché di questi nuovi focolai"

C'è apprensione in Italia per i nuovi contagi di Coronavirus sparsi un po' per tutto il Paese. Anche se limitati e isolati, i casi fanno preoccupare la popolazione, che teme una seconda ondata simile alla prima. E in merito a questo leggero peggioramento della situazione, i virologi sono ancora una volta in disaccordo. C'è chi pensa che sia tutto nella norma, e chi teme che si possa ricadere nel baratro da un momento all'altro.

Della prima categoria fa parte Giulio Tarro, primario emerito dell’Azienda Ospedaliera “D. Cotugno”, tra i più attivi nella lotta al colera a Napoli negli anni '70, che è tornato a parlare dell'emergenza Coronavirus ai microfoni della Fondazione Nenni. Secondo Tarro, la situazione non desterebbe preoccupazione: "Prolungare lo stato di emergenza ora non ha senso, va fatto nel caso che ci sia fattualmente un'emergenza. La pandemia in Italia è finita. A maggio scorso si parlava di moltiplicazione dei contagi con le riaperture e invece...".

Poi una stoccata al Governo: "Si sarebbe dovuto preoccupare a febbraio scorso di proibire l’atterraggio in Italia non solo degli aerei provenienti dalla Cina, ma anche di quelli che, provenienti dalla Cina, arrivavano da noi tramite uno scalo in Europa. Così non ci saremmo mai trovati in queste condizioni".

Quelli a cui oggi assistiamo sono soltanto contagi circoscritti in certe aree: "I focolai che vediamo sono normali manifestazioni al termine di un processo pandemico e si tratta di contagi di importazione, non autoctoni. Anche alla Cina accadde lo stesso. Mi pare, però, che nessuno fra chi ha incontrato il Sars CoV2 o ne sia stato contagiato, abbia sviluppato il Covid-19 e che da questi focolai sia conseguita una diffusione massiccia del virus. Tutto è sotto controllo. L’importante è questo".

In ogni caso, è bene, soprattutto in questa fase, indossare le mascherine nei luoghi chiusi ed evitare ancora gli assembramenti.