Al Sud c'è una pianta che tiene lontana la sfortuna

Sapete che al Sud c'è una pianta che sarebbe in grado di tenere lontana la cattiva sorte? Si tratta dell'Agave, una delle piante che, insieme ad ulivi e Fichi d'India, ha da sempre caratterizzato il paesaggio siciliano rendendolo unico e suggestivo. In siciliano viene chiamata anche abbàra, zammàra o zabbaruni, ed è una pianta proveniente dal Messico e appartenente alla famiglia delle Agavaceae.

Nell'isola meridionale l'Agave si può trovare ovunque, nelle specie "Agave americana" o "variegata", con foglie a striature di colore giallognolo. Essa, a seconda della specie, fiorisce dopo circa sette anni, o anche di più, a marzo o aprile, con un solo fiore giallo a grappoli, su un fusto che può raggiungere anche dieci metri di altezza.

Questi grappoli producono poi dei frutti, al cui interno ci sono dei semi (‘i figghiòla) che cadono al suolo una volta che il fusto si essicca. Appena sfiorita, e maturato il frutto con i semi, la pianta muore. Le foglie dell'Agave sono lunghe fino a 2 metri e larghe 15/20 cm,
dentate e munite all'estremità di una punta spinosa nera. Dalle foglie dell'Agave si ricava una cordicella detta "zabbarinu", ancora oggi usata per la tessitura del fondo delle sedie.

Pur essendo originaria del Sud America, questa pianta è arrivata nell’area Mediterranea, adattandosi perfettamente al clima siciliano. La sua storia è legata ad un racconto mitologico. Agave, infatti, era figlia di Cadmo, re di Tebe, e di sua moglie Armonia, e aveva tre sorelle, Ino, Semele e Autonoe ed un fratello (Polidoro). Fu sposa di Echione, dal quale ebbe Epiro e Penteo, che uccise lei stessa. Quando il figlio diventò re di Tebe, Agave si oppose all'introduzione in città del culto di Dioniso, che riteneva troppo sfrenato per governare. Il dio, per vendicarsi, usò Agave e le zie di Penteo, Autonoe ed Ino, per uccidere il sovrano.

Così, Dioniso consigliò a Penteo di spiare la madre e le zie, riunite sul monte Citerone a celebrare i riti bacchici, in modo da rendersi personalmente conto di quello che era il nuovo culto. Penteo venne scoperto dalle invasate, che lo scambiarono per un cucciolo di leone e distrussero il suo corpo. E a colpirlo per primo fu proprio Agave, che poi portò la testa fino a tebe per portarla al padre Cadmo. Solo quando arrivò in città si accorse di aver ucciso suo figlio.

Ancora adesso in Sicilia, questa pianta viene considerata "misteriosa" e rappresenterebbe, infatti, un antidoto contro il malocchio e la jettatura.