Il Sud e l'Australia insieme nello spazio: un grande progetto di astrofisica

Anche il Sud andrà nello spazio! Dopo il progetto della Federico II sullo studio del rischio osteoporosi negli astronauti, c'è un'altra importante iniziativa in programma in un'Università del Sud. Il gruppo di astrofisica dell’Università di Cagliari, infatti, parteciperà al progetto dell’ateneo austrialiano di Melbourne nella realizzazione di un sofisticato prototipo di nano-satellite rinominato Spirit (Space industry responsive intelligent thermal).

Questo satellite, verrà realizzato e lanciato nello spazio entro il 2022, e ospiterà un prototipo di rivelatore a raggi X sviluppato nei progetti Hermes Technological Pathfinder ed Hermes Scientific Pathfinder, che vedono l’Università di Cagliari e l’Istituto Nazionale di AstroFisica tra i fondatori.

Il gruppo di astrofisica del dipartimento di Cagliari riveste un ruolo di grande importanza nella missione, visto che ha contribuito in maniera attiva alla definizione dei requisiti scientifici della missione, coordinando la progettazione e lo sviluppo dell’infrastruttura scientifica, fondamentale per l’analisi e l’utilizzazione dei dati che saranno prodotti dai rivelatori una volta in orbita.

Come riporta sardiniapost, grazie a questo progetto saranno realizzati e lanciati 6 nano-satelliti in un’orbita equatoriale bassa, per osservazioni scientifiche coordinate nella banda dei raggi X e gamma, soprattutto di transienti cosmici, esplosioni repentine di energia nella banda dei raggi gamma che arrivano anche dai più remoti confini dell’universo.

Ma non finisce qui. L'Università di Cagliari, infatti, insieme a quella di Napoli (Federico II), e all'Asi, è alla guida della proposta progettuale denominata ‘Graal: una catena di montaggio in astronomia gamma: un prototipo per una flotta di nano-satelliti per lo studio di fenomeni astrofisici nella banda delle alte energie’ sottomessa nell’ambito della call del Fondo integrativo speciale per la ricerca bandito dal Miur lo scorso ottobre.

Una grande soddisfazione, quindi, per il Sud e per i suoi ricercatori sardi, che hanno la possibilità, con questo progetto, di collaborare con i colleghi di tutto il mondo.