Coronavirus, l'infettivologo: "Nuova ondata in autunno? Ritengo che non ci sarà"

Il Coronavirus sta lentamente lasciando il nostro Paese. Lo dicono i numeri, lo dicono i tamponi sui nuovi positivi, che spesso sono asintomatici e hanno una carica virale così bassa da non poter infettare nessun altro. Questo miglioramento della situazione ha permesso al Governo di aprire, dal 3 giugno, i confini tra le Regioni, comprese quelle dove il virus ha fatto più danni. Sugli sviluppi della situazione i virologi e gli infettivologi non sono concordi. Secondo alcuni, la riapertura totale del Paese può dare ancora problemi; secondo altri, il clima favorevole non farà nascere nuovi focolai in Italia; secondo altri ancora, una nuova ondata del Covid-19 si potrebbe avere, ma in autunno.

E proprio in previsione di un'eventuale nuova epidemia, molti ospedali del Sud stanno giocando d'anticipo predisponendo già delle strutture appositamente selezionate per fronteggiare altri contagi.

Ma questa seconda ondata ci sarà? Questa l'opinione di Antonio Cascio, direttore dell’unità di Malattie Infettive del Policlinico di Palermo, riportata dal Giornale di Sicilia: "Al momento la sola certezza è che i casi sono meno e non sono gravi. Ma credo sia merito del distanziamento sociale e dell'uso delle mascherine. La quantità di virus che circola da persona a persona è inferiore, chi è stato colpito è stato contagiato da una quantità di virus più bassa, per esempio grazie alle mascherine, dunque gli effetti sono meno gravi".

Intanto, la riapertura dei confini regionali e delle frontiere permetterà ai turisti di raggiungere i nostri territori. Questo significa più persone nelle strade, nei musei, nei bar e nei ristoranti: "Sono ottimista - prosegue Cascio - in estate il virus è meno capace di contagiare. Il caldo che fa asciugare le goccioline di saliva e il vento sono fattori che possono aiutare a far circolare di meno la malattia. Dunque, non sono preoccupato per l'arrivo dei turisti. L'attività all'aria aperta, le spiagge, il mare non sono posti a rischio. Più attenzione nei locali chiusi e nelle discoteche".

Infine, l'infettivologo dice di essere ottimista per un'eventuale seconda ondata autunnale: "Ritengo che non ci sarà".