Altopiano dell'Argimusco: anche il Sud ha la sua piccola Stonehenge

Il nostro Sud è pieno di luoghi suggestivi e paesaggi unici al mondo, oltre che di bellezze storiche e culturali ineguagliabili. Sapete che nel Meridione c'è una "piccola Stonehenge"?

In Sicilia, infatti, si trova l'altopiano dell'Argimusco, che per caratteristiche e conformazioni è soprannominato appunto "Stonehenge siciliana". Forse in pochi lo conoscono, ma qui ci sono rocce antropomorfe e geomorfe molto grandi, simili a quelle che si trovano nel sito inglese.

Questo altopiano si trova poco a nord dell'Etna, tra i monti Peloritani e Nebrodi. Esso è suddiviso tra i comuni di Roccella Valdemone, Tripi e Montalbano Elicona, e c'è la possibilità che entri a far parte dei siti Patrimonio dell'Umanità Unesco.

Su questo Altopiano, il tempo sembra essersi fermato a un'epoca in cui questi luoghi erano considerati sacri e venivano celebrati riti di fecondità, ricchi di valori simbolici, oppure quando si osservavano gli astri e i cicli delle stagioni.

In questo luogo, infatti, ci sono enormi strutture fatte di grosse rocce di arenaria o granito, che in passato era forse utilizzati per determinare solstizi ed equinozi attraverso i raggi solari.

Tra questi grandi megaliti ricordiamo il grande teschio, la grande aquila con il simbolo del dio sole scolpito sul collo, la dea orante e ancora resti di tombe. La necropoli è formata da diversi Dolmen, costituiti da pietre disposte a formare una camera e da oltre 500 tombe a Tholos in pietra (detti cubbitari), molto somiglianti ai Nuraghi della Sardegna e ai Trulli della Puglia.

Sul sito non c'è ancora uno studio sistematico, con indagini archeologiche e scavi, ma alcuni studiosi locali hanno dato alle rocce questi nomi e identificazioni.

Secondo la tradizione popolare, l'origine di questi megaliti risale alle popolazioni preistoriche, e gli archeologici propendono per una loro formazione derivante dall'erosione eolica.

Il luogo, comunque, è ancora pieno di mistero, e infatti sono tanti i curiosi che lo visitano ricordando la sua "sorella" d'Inghilterra.