Coronavirus, al Sud c'è una fabbrica diventata modello di gestione dell'emergenza

Al Sud c'è una fabbrica che è diventata un modello di gestione dell'emergenza Coronavirus. Essa si trova nel barese, ed è la più grande fabbrica della zona, con duemila dipendenti. Come riporta lagazzettadelmezzogiorno, al momento dello scoppio dell'epidemia, è partita subito la strategia tra dirigenti e ricercatori per applicare delle misure rigidissime, per non far nascere focolai pericolosi. Alcune di queste misure sono state praticamente a costo zero. Una di queste, infatti, è stata semplicemente il mantenimento delle porte aperte, per permettere all'aria di circolare ed evitare di toccare la maniglie, uno dei maggiori veicoli di trasmissione del virus.

Accanto a questa misura basilare e semplice, sono stati realizzati percorsi obbligati con frecce e distanziometri a terra, gel disinfettante ovunque e soprattutto mascherine.

Ma non è tutto. All'ingresso viene consegnato un depliant con le linee guida Anticovid e un piano dettagliato di emergenza, poi a tutti viene misurata la temperatura col termoscanner. Gli angoli relax con le macchinette del caffè interne sono stati chiusi, e tutto è stato sistemato esternamente con gazebo e panche, all'aria aperta.

I protocolli di sicurezza sono stati attivati sin dai primi contagi in Italia, anche se per le prime settimane l'azienda è stata ferma, per poi riaprire il 15 aprile. Tutte le norme di sicurezza ovviamente sono nate in condivisione con i lavoratori, che hanno collaborato al 100% per far sì che tutto andasse per il meglio.

Per quanto riguarda la fase di lavoro, laddove è stato possibile sono state distanziate le postazioni di lavoro, oppure alternati i dipendenti; laddove, invece, è stata necessaria la copresenza, sono stati montati dei plexiglass divisori. Ovunque sono stati installati disinfettanti per mani o per superfici. Molti dipendenti amministrativi, invece, hanno lavorato in smart working. Sono stati inoltre chiuso gli spogliatoi e in alternativa montati degli appendiabiti per appendere giacche e giacconi.

Inoltre, l'azienda ha iniziato ad autoprodurre mascherine monouso, grazie anche al supporto tecnico del Politecnico di Bari. Così ogni giorno ne vengono prodotte 2500, per non aumentare la richiesta esterna.