Il Coronavirus sparisce col caldo: il nuovissimo studio realizzato al Sud

In questi mesi di emergenza Coronavirus si è spesso parlato della possibile correlazione tra il virus e le condizioni meteo-climatiche, e quanto queste ultime possano incidere sulla diffusione dei contagi. Ora questo aspetto è diventato oggetto di studio da parte dell'Università Federico II di Napoli: il Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle Risorse ha svolto una ricerca pubblicata sull'International Journal Environmental Research and Public Health.

Lo studio analizza appunto, quanto la pandemia da Covid-19 possa essere stata favorita da determinate condizioni meteorologiche. I ricercatori hanno confrontato i dati provenienti da tutto il mondo e hanno stabilito che Europa Occidentale e Stati Uniti, insieme ad altri paesi con condizioni climatiche simili, sono stati i più colpiti dalla pandemia di Covid-19.

In particolare, si è riscontrato che a Wuhan (dove è scoppiato il virus) si è avuta una stagione invernale molto simile a quella delle province del Nord Italia di Milano, Brescia e Bergamo.

Lo studio, quindi, ha evidenziato che questa pandemia peggiora in presenza di temperature comprese tra i 4°C e i 12°C e con un'umidità relativa tra 60% e 80%. Ecco perché l'Italia Meridionale, un po' più calda, non ha avuto una situazione critica come quella Settentrionale.

In sostanza, comunque, il fattore meteo è apparso dominante, tant'è vero che la principale via di trasmissione dell'infezione COVID-19 da persona a persona è attraverso il contatto con le goccioline d'acqua respiratorie emesse dalle persone infette, la cui permanenza nell'aria dipende dalle condizione meteorologiche. Inoltre, le temperature fredde ovviamente comportano abitudini come stare in luoghi chiusi o poco areati, dove ovviamente è più semplice infettarsi.

Secondo le previsioni, comunque, con l'arrivo del caldo la pandemia dovrebbe peggiorare nelle zone settentrionali (Regno Unito, Germania, Europa Orientale, Russia e Nord America), e migliorare radicalmente nelle zone meridionali (Italia e Spagna).

Resta da capire, ovviamente, se e con che intensità il virus tornerà il prossimo autunno.