Eroi di corsia, sono soprannominati così i medici che in queste settimane lottano nei reparti per salvare quante più vite possibili dalla minaccia del Coronavirus. E qualcuno di loro, purtroppo, è morto in prima persona, proprio mentre cercava una cura. Ecco perché l'Italia è grata a medici, infermieri e sanitari che da due mesi fanno turni interminabili e lavorano "nel fuoco", senza sapere quando la guerra finirà, ma senza mai perdere la speranza.
E a questi angeli vanno tanti pensieri e tante iniziative, anche dal Sud. Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato dell'idea calabrese di piantare un vigneto per ogni operatore sanitario morto. Il “Vigneto degli Eroi” - così si chiamerebbe - sorgerebbe a Cirò Marina. Il vigneto è stato scelto perché si tratta di uno dei più antichi coltivati nel bacino del Mediterraneo, soprattutto in Calabria, e i suoi frutti contengono una sostanza, la quercetina, che combatte le infiammazioni respiratorie.
Ma, accanto a questa proposta, ce n'è un'altra, proveniente dalla Puglia: intitolare in ogni città una strada ad un medico morto. A chiederlo è il presidente dell'Ordine dei medici Bat, un medico di famiglia di Barletta. L'iniziativa è arrivata scorrendo la lista dei 150 nomi dei colleghi morti per Coronavirus.
Un elenco di dolore, una tragedia nella tragedia che si è consumata e continua a farlo ogni giorni. "Mi auguro che anche il prefetto - dice il presidente a Repubblica - al pari dei politici che siedono nelle istituzioni, voglia caldeggiare questa proposta nei confronti dei primi cittadini del territorio, al fine di rendere indelebile il ricordo di chi si è immolato per curare i pazienti".
La proposta sarà inviata ai sindaci e poi eventualmente valutata. Sarebbe un atto di ringraziamento per chi si è immolato per amore del proprio lavoro e del prossimo, ma anche un modo per ricordare il loro sacrificio.