Cannavacciuolo: "Il Natale al Sud è indimenticabile: è magico e dura un mese"

Lo chef Antonino Cannavacciuolo vive il Natale lontano da Napoli da quando aveva 18 anni. Nonostante questo, però, non dimentica quelli vissuti da bambino nella città partenopea, e in questi giorni le sue parole malinconiche hanno fatto il giro del web.

Cannavacciuolo, i dolci ricordi del Natale a Napoli

"Il Natale da noi si aspetta tutto l’anno - inizia così Cannavacciuolo in un'intervista rilasciata all'Huffington Post- e quando sei bambino è tutto meraviglioso. I preparativi iniziano settimane prima, si contratta per gli acquisti, ci si mette tutti d’accordo su cosa preparare. È una festa che dura un mese. È una gara con l’intero vicinato: tra chi cucina meglio e più abbondante. Ma anche una gara a tavola per vedere chi resiste di più. Alla fine provi anche una nota di tristezza perché sai che dovrai aspettare un altro anno per veder ripetersi tutto quanto".

Il Natale al Sud è "speciale"

"Il Natale è da noi l’abbondanza, la condivisione - continua Cannavacciuolo -. C’è un’energia magica: ci si dimentica dei problemi, tutto deve andare bene, tutti devono stare bene. È un momento per rivivere i ricordi, anche di chi non c’è più o per darsi nuovi obiettivi. Fare progetti per il nuovo anno in arrivo. È condivisione, non solo di cibo".

Il Natale a Napoli è "senza pensier"

"Ho il ricordo della parte più bella, di quando non vedevo i problemi, ma solo i regali, il cibo. Il parente che arrivava da lontano. Per me napoletano il Natale è un ricordo bellissimo ed emozionante. È una sfilata, una passerella. Ognuno fa qualcosa: c’è lo zio che si inventa che lui è il re del baccalà, la zia che fa la pasta fresca. C’è a tombola con gli zii, i cugini e gli altri parenti", conclude lo chef.