Il miracolo delle ossa di San Nicola: quasi integre dopo 9 secoli

Forse non si può parlare esattamente di miracolo ma è un evento davvero straordinario. Le ossa di San Nicola, a distanza di 9 secoli, sono perfettamente conservate. Esse furono analizzate dagli scienziati nel 2017, per la prima volta dopo la loro traslazione. L'obiettivo degli studiosi all'epoca era valutare la consistenza e la fragilità delle ossa conservate in un ambiente umido, sotto il livello del mare.

Furono i prof. Introna e Caputi Iambrenghi a curare il trasporto della reliquia del Santo dalla Basilica all'Istituto di Medicina Nucleare del Policlinico Universitario di Bari. L'analisi non fu affatto facile, visto che non è per nulla agevole agire su un unico frammento osseo (in questo caso 13 cm della IX costa) e allo stesso tempo farlo in sicurezza senza danneggiare nulla.

Dopo varie ipotesi, l'equipe decise di realizzare un apposito supporto asciutto in plexiglass radiotrasparente, in modo da poter supplire all'assorbimento dei raggi effettuato dai liquidi in cui avrebbe dovuto essere immersa la reliquia.

Questo esperimento fu in assoluto il primo nel suo genere, visto che in passato erano stati studiati esclusivamente femori o vertebre. Questa volta invece si trattava di valutare, come abbiamo detto, una costa, evento mai accaduto prima. Per questo, gli studi preparatori furono effettuati tramite un campione di confronto, un frammento di costa recente, appartenuto a un uomo di 60 anni senza patologie scheletriche.

Dalle analisi emersero dati che mostravano un'aumentata densità del frammento sacro, che coincidevano quindi con le note patologie scheletriche di cui soffriva il Santo.

Dallo studio, comunque, come riporta La Gazzetta del Mezzogiorno, si è evinto che le ossa hanno perso elasticità a causa ovviamente delle fibre collagene, risultando quindi più fragili. Eppure lo stato di conservazione delle reliquie è risultato assolutamente inaspettato. Un evento quasi miracoloso.