La vera storia degli Zampognari

Sarà capitato a tutti di sentire l'inconfondibile suono delle zampogne provenire dai negozi, dalle abitazioni o dalle strade della propria città. Ma in pochi conosceranno la vera storia degli "zampognari", la cui musica oggi contribuisce a creare l'atmosfera magica del Natale. In realtà, essi affondano le loro radici in un'epoca in cui il Natale non esisteva ancora.

Le prime testimonianze

La prima testimonianza scritta risale all'epoca di Nerone, l'imperatore romano che amava suonare l'utricularium, una forma arcaica della zampogna, legato all'iconografia e alla leggenda del Dio Pan. Pare, infatti, che i sacerdoti del Dio Pan, per omaggiare la divinità, crearono uno strumento che rappresentasse la caratteristica principale del loro dio: l’unione dell’elemento maschile con quello femminile. E infatti il Dio Pan veniva spesso raffigurato con il flauto in una mano (elemento femminile), e un bastone nell'altra (elemento maschile).

Ad ogni solstizio d'inverno, il Dio Pan univa i due elementi equilibrandoli, sancendo un nuovo ordine segnato dalla rinascita del sole. In chiave cristiana, questo ordine viene invece stabilito dalla nascita di Gesù Bambino. E' per questa analogia che la zampogna da strumento pagano è diventato uno dei simboli del Natale.

L'origine pastorale e San Francesco d'Assisi

I pastori, durante la transumanza, portavano con sé le zampogne, costruite con pelle di capra e legno, e nei momenti di pausa erano soliti intonare dei veri e propri concerti.

Il Dio Pan, inoltre, era anche il Dio dei Pastori, quindi la zampogna è uno strumento fortemente legato alla pastorizia. Durante la transumanza, infatti, i pastori portavano con sé le zampogne, e nei momenti liberi intonavano dei concerti. Col tempo, essi lasciavano le greggi e scendevano nei paesi cantando e suonando canzoni natalizie. Si esibivano soprattutto in coppia: il più anziano suonava la zampogna, il più giovane la ciaramella.

Queste loro esibizioni divennero una consuetudine così diffusa che gli zampognari sono stati inseriti anche tra le immancabili statuine del presepe napoletano. Secondo una leggenda, fu San Francesco d'Assisi il primo ad accostarli al presepe. Si tratta quindi di una tradizione antichissima, risalente agli anni a cavallo tra la fine del 1100 e l'inizio del 1200.