I medici più empatici di Italia sono del Sud Italia

Il rapporto medico-paziente si deve fondare sulla fiducia, il rispetto, la collaborazione reciproca e anche sull'empatia. Soprattutto quando bisogna affrontare malattie piuttosto gravi, c'è bisogno che il medico non sia troppo crudo e freddo nel comunicare l'esito negativo di alcuni esami e che offra anche un supporto emotivo ai pazienti che stanno vivendo un momento di grande sofferenza.

Proprio per questo è stato creato un premio "al laudato medico" che viene assegnato agli specialisti per la cura del tumore al seno che sono stati segnalati dalle pazienti italiane per la loro umanità ed empatia.

I medici più empatici sono del Mezzogiorno

Il 'Riconoscimento Umberto Veronesi al Laudato Medico' è giunto alla sua terza edizione e viene assegnato da Europa Donna Italia che ha raccolto le 4968 segnalazioni inviate dalle pazienti nel settore oncologico, chirurgico, radioterapico e radiologico, e ha stilato una classifica dei medici più empatici d'Italia.

A Milano sono stati premiati:

  • Giuseppe Di Martino, della Breast Unit dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Caltanissetta per la categoria dei chirurghi;
  • Palma Fedele, della Breast Unit dell’Ospedale Perrino di Brindisi per la categoria degli oncologi;
  • Emanuela Garasto, della Breast Unit dell’ospedale San Paolo di Bari per la categoria dei radiologi;
  • Simona Cristallini, della Breast Unit dell’Ospedale di Lucca, per la categoria dei radioterapisti.

Come si evince, tre medici su quattro, lavorano nelle strutture del Sud Italia, in Puglia e in Sicilia.

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Come è nato il premio per questi medici?

Rosanna D'Antona, presidente Europa Donna Italia, ha voluto raccontare come è nato questo premio: "Questo progetto risponde alla necessità delle pazienti di evidenziare la buona pratica nei loro medici, e della classe medica di essere sensibilizzata sull'importanza di curare anche la componente umana con il dialogo e l'ascolto".

Per Paolo Veronesi, presidente della Fondazione Umberto Veronesi, è fondamentale entrare in empatia con il paziente: "La prima cosa da fare è ascoltarlo, attraverso domande mirate, senza essere pressante, per instaurare un dialogo sereno".

L'empatia infatti attiva meccanismi benefici sul paziente e infatti da anni si punta a formare (attraverso il progetto HuCare) il personale sanitario sulle modalità adeguate per comunicare e interagire con i pazienti oncologici, in modo da ridurre i bisogni. Questo approccio empatico nei confronti dei pazienti, come avviene anche nell'ospedale gratis di Catania, ha ottenuto un miglioramento del 20% nella qualità di vita dei pazienti e una riduzione dei bisogni economici, sanitari, psicologici e sociali, come è stato evidenziato dallo studio in collaborazione con l'Istituto di Oncologia di Cremona e l'Ospedale di Parma.