Tumore al seno: da Bari scoperte rivoluzionarie sulle metastasi

La ricerca in campo oncologico è sempre più sviluppata. Nel Sud Italia ci sono numerosi centri d'eccellenza che accolgono e curano numerosi pazienti malati di cancro. Oltre all'Istituto Pascale di Napoli, anche Bari fa sentire forte la sua presenza in questo settore.

È stato appena pubblicato su Scientific Report, uno studio davvero incoraggiante realizzato dal Centro ricerche oncogenomche (CROG), diretto dal prof. Franco Silvestris della cattedra di oncologia medica del Policlinico di Bari.

Si è scoperto infatti che basta un semplice prelievo di sangue per prevedere con molto anticipo se il tumore al seno può generare future metastasi e diffondersi ad altri organi. Rappresenta il risultato di una serie di studi condotti dalla Scuola di Medicina dell’Università di Bari che da anni si occupa di studiare i tumori.

La nuova scoperta si basa sull'applicazione della cosiddetta 'biopsia liquida' allo studio delle caratteristiche biologiche dei tumori. Se si isolano dal sangue le cellule tumorali circolanti (CTC) e si studiano le caratteristiche molecolari del loro genoma, cioè ricercando se sono espressi determinati geni tra cui quelli preposti a formare le metastasi, è possibile riconoscere in grande anticipo se le CTC potranno diffondersi ad altri organi, favorendo la diffusione del tumore.

Lo studio è stato testato sul cancro mammario ma può essere usato anche per gli altri tipi di tumore, soprattutto per quelli che hanno un alto potenziale di sviluppo di metastasi, che sono la complicanza di maggiore gravità nei tumori.

L'Università di Bari all'avanguardia nello studio dei tumori

Questa scoperta potrebbe cambiare radicalmente gli approcci nei confronti di questa malattia. Infatti poter sapere, con grande anticipo, se un paziente potrà avere metastasi o meno, attraverso un semplice esame del sangue, potrà salvare la vita a tantissime persone.

Infatti sarà possibile attivare nuove strategie cliniche nella sorveglianza della recidiva del tumore. Mentre quando le CTC non presentano le caratteristiche genomiche tipiche delle metastasi, allora i pazienti potranno vivere con maggiore serenità la loro vita, eliminando la sofferenza psicologica che affligge i malati di cancro, terrorizzati quotidianamente da un ritorno della malattia.

Questa scoperta dell'Università di Bari riuscirà a portare grande sollievo per tutti i pazienti che si sono già ammalati di cancro e potrebbe davvero essere fondamentale per salvare la vita di tutti coloro che sono soggetti allo sviluppo di metastasi.