Stonehenge in Calabria nel borgo misterioso di Campana

Anche in Calabria è possibile visitare degli Stonehenge. Non c'è bisogno di andare nell'Isola di Pasqua per ammirare questi megaliti dalle forme insolite. Infatti basta andare nel borgo di Campana.

L'impresa però non è molto semplice. Infatti prima di tutto bisogna arrivare a Campana, un borgo la cui parte vecchia si è spopolata negli anni Cinquanta. La sua posizione centrale tra i monti silani e il mar Ionio la rendo non facile da raggiungere. Ma se si vogliono scoprire questi megaliti calabresi allora bisogna spingersi nella Sila cosentina e nel parco pubblico in cui sono immersi e nascosti.

Gli Stonehenge di Campana sono avvolti nel mistero: in molti si chiedono se la loro forma e la loro origine sono naturali o sono stati opera dell'uomo.

L’elefante di Pietra di Campana – ph Rossella Gagliardi

Ma dove si trovano precisamente? Prima di tutto bisogna dire che questi giganti di pietra si trovano in una zona selvaggia e incontaminata, chiamata Invallicata, di un parco pubblico che si trova a 600 metri d'altezza sulle montagne della Sila. È proprio qui che si possono ammirare i due megaliti, uno di fronte all'altro, sulla cima del cosiddetto "Cozzo de li giganti".

La loro forma davvero particolare attira ogni anno numerosi visitatori, disposti a fare una gita "selvaggia" pur di vedere questi Stonehenge cosentini. Uno dei due Giganti dell’Invallicata ha la forma di un elefante, mentre l'altro rappresenta un guerriero seduto (anche se ormai la forma è stata trasformata dall'erosione della natura e, del guerriero, sono rimasti solo i piedi).

I Giganti di Pietra di Campana, Ph. Petrungaro (Wikipedia)

Il mistero sui Giganti in pietra dell'Invallicata

C'è in realtà molto mistero su questo megalite del guerriero, infatti qualcuno ipotizza che sia solo una suggestione quella di credere che i piedi siano quelli di un soldato. È fin dal Medioevo che si cerca di far luce sull'origine dei Giganti di pietra di Campana. L'interpretazione più plausibile è quella di Carmine Petrungaro che, dopo anni di studi e ricerche storiografiche, sembra aver capito la verità su questi monoliti.

L'elefante sarebbe legato allo sbarco di Pirro in Calabria, avvenuto nel 281 a.C.. Sembra che il re dell’Epiro fosse giunto nella zona con una mandria di elefanti da guerra. Questo confermerebbe l'ipotesi che siano stati scolpiti dall'uomo e non siano opera della natura.

Ma c'è chi invece attribuisce proprio alla natura la creazione di queste sculture in pietra. In ogni caso i due Stonehenge calabresi sono di rilevanza eccezionale infatti, qualora venisse confermato che siano opera dell'uomo, sarebbero le sculture preistoriche più grandi d'Europa, essendo alte rispettivamente 5 e 6 metri.