“Micromed”: un pezzo di Napoli vola su Marte

Il nostro Sud continua ad avere un posto di eccellenza nello spazio. Dopo la nomina del siciliano Luca Parmitano a comandante della Stazione Spaziale Internazionale, ora tocca a Napoli spiccare il volo verso il cielo e più precisamente verso Marte. Infatti il prossimo luglio, insieme alla sonda europea dell'Esa ExoMars 2020, partirà per Marte anche MicroMed, una nuova scoperta scientifica creata da giovani menti brillanti partenopee.

MicroMed è uno strumento scientifico realizzato dai ricercatori dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte. La responsabile scientifica del progetto è Francesca Esposito, originaria di Portici, proveniente dall’Istituto Nazionale di Astrofica, laureata in Fisica e con un dottorato in Ingegneria Aerospaziale. Esposito è parte del gruppo di Fisica Cosmica e Planetologia dell’Osservatorio di Capodimonte.

Foto Facebook-INAF Osservatorio Astronomico di Capodimonte

Cos'è Micromed?

In un'intervista rilasciata al Corriere Del Mezzogiorno, Esposito spiega di cosa si tratta e a cosa serve MicroMed: “È uno strumento che studia le polveri marziane al livello della superficie. Marte è un pianeta desertico dove la polvere è ovunque e quando viene sollevata dal vento può creare vasti fenomeni come le tempeste globali che avvolgono il pianeta anche per lunghi periodi, influenzandone il clima. Ma c’è anche un altro fenomeno. Lo sfregamento delle particelle sollevate dal vento genera cariche elettriche che possono innescare scariche in atmosfera: un serio pericolo per gli uomini e le strumentazioni delle future missioni".

Napoli è in prima linea per lo studio delle polveri: "MicroMed è una creatura completamente napoletana che deriva da strumenti precedenti come “Giada” che doveva studiare le polveri cometarie e “Medusa”, il papà di “MicroMed”, pensato per una missione poi cancellata […] Chiaramente tutto questo è stato possibile solo grazie al grande lavoro di squadra che abbiamo fatto, anche in collaborazione con il Politecnico di Milano e altri istituti coinvolti, a Madrid e Mosca. Ma la vera forza motrice è stata qui, a Napoli, dove il gruppo di ricercatori tutti meridionali, giovani ed estremamente motivati, ha lavorato e pensato come una squadra in cui ognuno ha dato il suo apporto".

Il gruppo di studiosi ha lavorato a tempi di record per la realizzazione di questo progetto: "Abbiamo avuto solo poco più di un anno per fare un lavoro per il quale, in questo settore, servono almeno cinque anni, ma ce l’abbiamo fatta. In effetti quello che i ragazzi sono riusciti a fare è straordinario e sono davvero fiera di loro e dell’incredibile generosità con cui hanno affrontato questa sfida. Nessuno si è risparmiato spendendo tutte le energie fino allo sfinimento e dedicando al progetto tutto il proprio tempo, anche a scapito delle famiglie".

Il progetto di MicroMed ha coinvolto anche imprese locali che hanno fornito le strumentazioni tecniche: "Tutti hanno dato il massimo, anche le piccole imprese locali come la Marotta di Cercola per i componenti meccanici di precisione, la TransTech di Napoli per la camera termica per i test o la Gestione Silo di Firenze per le ottiche dedicate".

MicroMed arriverà su Marte dopo un lungo viaggio che terminerà a marzo 2021. Grazie al grande lavoro del gruppo napoletano, il Sud Italia colonizzerà Marte.