Sud unito in un'unica regione: parte il Referendum

Sembra che l'Italia stia vivendo un periodo molto confuso dal punto di vista dell'identità nazionale. Accanto alle correnti nazionalistiche e di unione, ci sono quelli che ambiscono ad una frammentazione del Paese, dividendolo in aree geografiche ben separate e differenti, soprattutto dal punto di vista economico.

Finora la spinta secessionista della Padania è stata portata avanti dalla Lega Nord che pretendeva l'autonomia per potersi liberare dal peso che il Meridione ha per l'economia del paese. Ma oggi la situazione è molto cambiata sia a livello politico che ideologico. Ma, accanto ad una voglia di autonomia ancora presente al Nord, si fa spazio un progetto di unione di tutte le regioni meridionali in un'unica grande regione.

Il Meridione diventerà un'unica regione?

Al progetto di unificazione dovrebbero partecipare la Campania, la Calabria, il Molise, la Basilicata, la Puglia, la Sicilia e l'Abruzzo. I promotori di questa iniziativa ora puntano al Referendum, per chiedere ai cittadini di queste regioni se sono d'accordo nell'unire i propri territori in un'unica macro aerea. Dopo la raccolta di firme, si è ottenuto il via libera per sottoporre a consultazione popolare territoriale gli otto quesiti referendari che erano stati presentati alla direzione attività legislative del Consiglio Regionale.

Il prossimo passo dovrà farlo il Consiglio che deve fissare una data per sottoporre ai cittadini meridionali questo quesito referendario così importante per le sorti politiche, sociali, economiche dell'Italia.

"Il Sud deve pretendere quello che manca", la rivendicazione di Caldoro

Tra i principali promotori del Referendum c'è Stefano Caldoro, ex presidente della Regione Campania, che ha così spiegato il motivo di questa iniziativa: «Puntiamo a ottenere autonomia con identità, in una logica di Sud unito. Significa che le regioni sanno gestire il proprio ruolo in un ambito di responsabilità ma in assoluta equità. Il Sud deve pretendere quello che manca».

Come già detto, le regioni interessate a formare questa macroregione sono la Campania, la Calabria, il Molise, la Basilicata, la Puglia, la Sicilia e l'Abruzzo. In caso di vittoria referendaria, cambierebbe molto l'identikit del nostro paese. Caldoro spiega la logica che li ha spinti verso questa scelta: «E' già previsto dalla Costituzione che le Regioni possano costituire dei processi macro sui grandi temi, come ambiente, trasporti e sanità. E questa è una via moderna rispetto alla politica dello scontro».

Il Sud unito contro l'autonomia differenziata?

Alessandro Sansoni, presidente del comitato promotore della macroregione del Sud, ha voluto sottolineare che in molti hanno affermato che il Sud avesse convenienza a fermare l'autonomia differenziata voluta dal Nord per proteggersi. Ma Sansoni, in realtà, afferma completamente l'opposto: "Il Sud ha invece bisogno di avviare un processo di autonomia sulla base delle proprie esigenze. E questo processo ci pone all'avanguardia, perché la macroregionalizzazione è già l'indirizzo dell'Unione Europea".

Un Sud unito potrebbe essere la soluzione perfetta, finora mai trovata, per rilanciare definitivamente il Meridione grazie a politiche di sviluppo comune e condiviso e collaborazione reciproca tra queste regioni che sono ricche di cultura, arte, bellezze paesaggistiche, ma che non riescono, da sole, a spiccare il volo nell'economia? A voi la risposta!