Miracoli e Rivoluzioni: il nuovo album dei Foja raccontato da Dario Sansone

I fan dei Foja chiedevano a gran voce nuove canzoni, nuova musica da cantare insieme al gruppo napoletano. E questa, finalmente, è arrivata.

I Foja sono tornati con l'album Miracoli e Rivoluzioni, un regalo bellissimo per tutto il loro pubblico. Ua band nata nel 2006 nel cuore di Napoli, composta da 5 amici che suonano musica di matrice Folk/Rock, mischiata a tanti altri generi. Quest'anno, presentano il loro nuovissimo album che già sta regalando innumerevoli emozioni a tutti i loro fan, un mix di rock e blues, canzone d’autore, elettronica, alcune incursioni rap, ballate acustiche e cavalcate up-tempo elettriche, insomma un vero e proprio gioielli targato Foja.

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Abbiamo avuto l'onore e il piacere di intervistare Dario Sansone, voce e chitarra dei Foja, che ci ha raccontato in questa chiacchierata qualche dettaglio in più e anche qualche curiosità molto bella in merito al loro nuovo progetto. Ecco cosa ci ha raccontato.

Miracoli e Rivoluzioni, quando è nato? La pandemia ha inciso sulla sua creazione?

È un album che ha una lunga gestazione. Parte dalla fine del tour di O treno che va, nel 2016. Però il lockdown è stato uno spartiacque per la creazione del disco. È diventato un lavoro itinerante, che ha avuto tanti luoghi di registrazione. Il lockdown ci ha dato anche canzoni nuove, che hanno preso il posto di altre che originariamente avrebbero fatto parte dell'album.

Per quanto riguarda le collaborazioni, tipo con Clementino e Enzo Gragnaniello, come sono nate?

Con Clemente era da tempo che volevamo fare una collaborazione assieme. Con Enzo siamo vicini di casa,  abitiamo entrambi nei quartieri spagnoli e durante il lockdown ci affacciavamo a balcone e abbiamo spesso parlato di musica. Quindi anche con lui ci conosciamo bene e la collaborazione è nata automaticamente. I nostri feat. sono realizzati con tutte persone differenti da noi che però hanno il nostro stesso animo e quindi non c'è poi in realtà tutta questa distanza.

L'adattamento de La Mano De Dios vi è venuto in mente prima o dopo della scomparsa di Diego Armando Maradona?

In realtà, indagavo su quella canzone fa prima della dipartita di Maradona. Poi il comico Peppe Iodice mi invitò a un suo spettacolo proprio per omaggiare Diego, quindi venne fuori questo adattamento. Poi Romero è stato coinvolto ed è stato proprio bello.

Com'è cambiato il vostro modo di fare musica da quando avete iniziato ad oggi?

Innanzitutto è cambiato il mondo attorno a noi e questo è stato, ovviamente, incisivo per la nostra musica, però fondamentalmente siamo sempre gli stessi. Anche se, devo dire, siamo sempre più esigenti rispetto alle cose che facciamo, ma il nostro spirito siamo quelli di sempre.

Come nasce la collaborazione con i film di Alessandro Rak?
Alessandro lo conosco da sempre, abbiamo anche convissuto assieme quindi la nostra collaborazione è nata proprio in automatico. Io lavoro a tutti quei film che lui realizza, sono anche io parte proprio del team creativo, quindi le canzoni sono legate al flusso di lavoro che facciamo, sono sempre canzoni dedicate ai film che facciamo.

Cosa ne pensi del ruolo dei social nel vostro lavoro e nel panorama musicale?

Purtroppo hanno tanta importanza, noi veniamo dalle locandine attaccate per strada. Per noi il modo di approcciare con i fan è cambiato, anche perché sembra che se non sei sui social non esiste. Una band come la nostra però penso che non ne tragga molti benefici, perché ci porta via tanto tempo, che viene sottratto alla creatività. C'è una canzone che abbiamo dedicato a questa cosa, "A cosa stai pensando". Da un lato, però, non bisogna neanche demonizzarli, perché dipende sempre da come vengono usati.