Vladimir Luxuria distrugge Checco Zalone: "Non fa ridere"

Lo show di Checco Zalone andato in scena nella seconda puntata di Sanremo 2022 continua a far discutere. La favola sui calabresi e le trans brasiliane portata sul palco dell'Ariston ha fatto sorridere molti italiani, ma ha suscitato alcune polemiche nella comunità LGBTQ+, a cominciare da Vladimir Luxuria, che si è mostrata non poco infastidita dalla sua performance, esprimendo la sua opinione sull'artista pugliese. Ma cosa ha detto al famoso comico? A Vladimir Luxuria non è piaciuta la favola di Checco Zalone sui calabresi e i transgender brasiliani sul palco della kermesse. Ma andiamo per gradi.

Durante la sua ospitata a Sanremo 2022, Checco Zalone ha raccontato una fiaba LGBTQ+ ambientata in Calabria. Protagonista della storia è Oreste, trans brasiliana che viene invitata a un ballo di corte dove fa innamorare il principe. Tuttavia, il re, ovvero suo padre, è omofobo e disapprova la relazione, anche se, come punto di svolta della storia, lo stesso sovrano viene definito "cliente affezionato". Proprio quest'ultima frase ha fatto sbottare Vladimir Luxuria, che su Twitter si è espressa contro Checco Zalone: ​​"Perché parlare di trans sempre abbinandole alla prostituzione? Va benissimo la critica all'ipocrisia dei falsi moralisti ma si può fare di meglio evitando le solite battute sugli attributi sessuali (rima con 'azzo') e il numero di scarpe (48). Meglio ridere che deridere".

La critica di Vladimir Luxuria a Checco Zalone è certamente legittima come critica, visto che l'ex parlamentare è anche un'attivista del mondo LGBTQ+. Tra gli spettatori, tuttavia, c'è un certo divario tra chi pensava che fosse una storia che svelava qualche ipocrisia omofoba e chi pensava che lo spettacolo nel suo insieme fosse assolutamente inaccettabile.

Ad ogni modo, lo showman pugliese ha saputo conquistare il pubblico al Teatro Ariston e a casa con la sua satira irriverente. Ha preso di mira omofobi, rapper e virologi, cercando sempre di strappare un sorriso al pubblico in sala e a casa. Attraverso la sua interpretazione dell'immaginario virologo e cugino di Al Bano Carrisi, Oronzo Carrisi, ha cantato una canzone che celebra il comportamento poco chiaro dei medici che si sono alternati parlando della pandemia su tv e giornali in questi anni, i quali si sono mostrati il più delle volte in netta contraddizione tra loro. Alcuni medici dopo lo show di Zalone si sono fatti una risata, altri invece hanno storto il naso.

"Prima a Cellino il virologo stava sotto il podologo e l'estetista, poi c'è stato il riscatto: vorrei dirlo a tutti i giovani vulcanologi, tornadologi, marematologi: non vi preoccupate, prima o poi Fabio Fazio vi chiama pure a voi. Stavo per abbandonare la virologia, poi è arrivato il primo tampone positivo di Cellino San Marco e mi ha cambiato la vita", ha scherzato Zalone con Amadeus, che poi ha aggiunto: "Chiedi se un virologo è d'accordo con un altro virologo? Vuol dire non capire un ca**o di virologia".

La canzone "Pandemia ora che va via" è stata co-scritta con tutti i virologi noti al pubblico attraverso la televisione nell'ultimo anno, da Brusaferro a Burioni, da Pregliasco a Rezza. A dirigere l'orchestra di Checco Zalone è stato, Beppe Virussicchio, alter ego di Beppe Vessicchio. "Zalone è fantastico, eccezionale. Io sono un grande estimatore è un numero uno e ho visto i suoi film. Ha colto nel segno. 'Pandemia ora che vai via' speriamo davvero che vada via insomma ha colto questo anno dei virologi. Io mi sono sentito poco tirato in ballo perché non sono un virologo ma un infettivologo. A parte questo, credo sia bello ridere anche su questo aspetto della comunicazione di questi anni, i virologi che non devono parlare, devono stare zitti, non vanno d'accordo", ha commentato Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova.

La pensa diversamente Maria Rita Gismondo, microbiologa dell'ospedale Sacco di Milano, infastidita dallo sketch di Checco Zalone: ​​"Ha esagerato. Zalone sia certo che non abbiamo bisogno di una pandemia per aver da lavorare e porti rispetto. E' vero che ci sono stati, da parte di alcuni, comportamenti discutibili. Ma è anche vero che siamo tutti impegnati in prima fila, rinunciando da 2 anni anche alla vita personale. Non ci sto ad essere accomunata a colleghi litigiosi. Piuttosto avrei voluto che si ringraziassero tutti i sanitari".