Le sculture immateriali di Salvatore Garau fanno discutere il web e diventano un caso mediatico. Dopo la notizia della vendita all'asta di "Io sono¨ a 15.000 euro (12.000 l'offerta e il resto dei diritti), il web e i colleghi dell'artista sardo si sono divisi: genio o furbo? ¨La scultura immateriale non si vede con gli occhi ma con il cuore e - spiega l'interessato - l'idea nasce da quarant'anni di lavoro, pittura e musica¨ (Garau, prima di essere un apprezzato pittore, era di Stormy Six, ndr) .
La casa d'aste Art-Rite di Milano, specializzata in opere moderne e contemporanee, difende l'autore e l'opera venduta: ¨ Abbiamo venduto qualcosa? Sì, ma per dire che niente è niente è sbagliato, basta rileggere la filosofia dalla Magna Grecia in poi, dice Federico Bianchi, socio fondatore di Art-Rite. Le opere di Garau sono totalmente immaginate e l'acquirente ottiene il certificato di proprietà. ¨Ma anche il pensiero che l'autore sia lui è rilevante. Per esempio - continua Bianchi - non comprerei un taglio su una tela del primo che passa, perché costui non sarebbe Fontana¨.
Sbarcate prima a New York con ¨Afrodite piange¨ e poi a Milano con ¨Buddha in contemplation¨, le sculture immateriali sono immaginate per usi sia pubblici che privati: ¨Quello che mi ha commosso è stata la pandemia perché - conclude Garau - il senso dominante in strada era l'assenza. Ecco, ho fatto dell'assenza una materia prima."