La prima donna vescovo in Italia è meridionale: dopo tanti anni ha scelto di tornare al Sud

La prima donna vescovo in Italia è meridionale. Si chiama Maria Vittoria Longhitano, ha 46 anni, e sarà ordinata a Catania il 29 maggio. Nata ad Enna nel 1974, è presbitera\pastora della comunità "Madonna del Carmelo" nella città etnea. Dopo dieci anni di servizio come lay-minister, è stata ordinata diacona il 22 novembre del 2009 e presbitera il 22 maggio del 2010, presso la Chiesa Anglicana di "All Saints", a Roma. Dal mese di ottobre del 2010, è stata eletta parroco della Comunità "Gesù Buon Pastore" di Milano, rimanendo in carica fino a luglio 2019.

Tanti i primati di Maria Vittoria Longhitano: oltre ad essere la prima donna eletta vescovo nel nostro Paese, è stata la prima donna ordinata sacerdote in Italia, nel 2010, la prima a celebrare nozze religiose gay e la prima vicaria episcopale per le comunità di lingua italiana. Fa parte della "Inclusive anglican episcopal church", chiesa della tradizione anglicana che non obbliga al celibato: Madre Maria Vittoria è infatti felicemente sposata con Andrea e mamma di una bimbina di 5 anni (Teresa), e, poiché il ministero pastorale è atto di volontariato, vive svolgendo la professione di docente di Filosofia al liceo artistico Emilio Greco di Catania.

Partecipa, spesso, come opinionista a diversi programmi televisivi e radiofonici sui circuiti nazionali (per alcuni anni è stata opinionista fissa della "Repubblica delle Donne", condotta da Piero Chiambretti). E' counselor ad orientamento spirituale - pastorale ed insegna discipline filosofiche presso la sezione Italia dell'Istituto teologico "St Anthony" che ha sede in Detroit (Usa). Il suo ultimo libro si intitola "Femmine e preti non sono poeti".

"Avevo dieci anni quando, nella mia Enna, il parroco mi disse che non sarei mai potuta diventare prete", racconta a Repubblica Maria Vittoria Longhitano, che dopo tanti anni ha deciso di ritornare nella sua terra, la Sicilia: "Penso a quello che dice il Signore: gli ultimi saranno i primi. Così mi sento, io che da bambina ho sempre immaginato la mia vita esclusa dall'altare e dai sacramenti. 'Gesù non vuole chirichetti o preti femmine', mi diceva il parroco. Sono nata nella chiesa di Roma dove questo è normale. E poi c'è l'idea che si associa il vescovo al potere, ai soldi, all'impudenza politica, c'è l'idea che uno faccia il vescovo per mestiere.

Io non la vedo così - aggiunge Madre Maria Vittoria - continuerò ad insegnare filosofia al liceo artistico Emilio Greco di Catania, continuerò a guadagnarmi il pane con il mio lavoro, allo stesso tempo celebrerò la messa e assolverò a tutti i doveri che questo nuovo titolo comporta. Ho fatto questa scelta sin da quando mi hanno comunicato che sarei diventata vescovo per l'Italia, qualche giorno fa, della "Inclusive anglican episcopal church". Il lavoro sarà il triplo, ma non mi spaventa".