Coronavirus, bergamasco si tatua sul petto la regione del Sud che lo ha guarito

"Mi tatuerò la Sicilia sul petto". Lo aveva detto e lo ha fatto, Ettore Consonni, magazziniere 61enne di Bergamo, che è guarito dal Coronavirus dopo molte settimane in coma all'ospedale Civico di Palermo. L'uomo, infatti, un magazziniere in pensione, era stato trasferito al Sud vista la penuria di posti in terapia intensiva negli ospedali settentrionali, maggiormente colpiti dalla pandemia.

E proprio al Sud, Ettore è guarito, nonostante le condizioni critiche in cui versava quando era arrivato. Ai microfoni di Repubblica, aveva raccontato così il suo risveglio: “In rianimazione sentivo l’accento siciliano, ma pensavo a qualche medico emigrato. Mi dicevano che ero a Palermo, ma pensavo scherzassero. Qui mi hanno resuscitato. Ci sono infermieri e medici speciali.

Da quel momento, dal momento in cui ha riaperto gli occhi, Ettore ha capito che la Sicilia gli aveva regalato una seconda vita: "Mi sono addormentato a Bergamo, la mia città, e mi sono svegliato a Palermo. Non è vero che ci sono solo cose negative al Sud. Questo ospedale è all’avanguardia, fiore all’occhiello della sanità di tutta Italia. Non appena finisce tutta questa storia, voglio organizzare un viaggio con i miei figli e mia moglie a Palermo".

E proprio per ringraziare i medici meridionali che lo avevano curato, aveva promesso di tatuarsi la Sicilia sul cuore. Detto, fatto. Come riporta La Repubblica, infatti, l'uomo si è fatto disegnare, sul torace, l'isola e la trinacria, con i nomi di figli e nipoti. “L'ho fatto perché mi resti per sempre il ricordo di tutti i medici e gli infermieri che mi hanno curato, voluto bene e salvato la vita. Ringrazierò sempre i ragazzi che mi hanno curato e i primari di malattie infettive e rianimazione Francesco Di Lorenzo e Vincenzo Mazzarese che hanno fatto di tutto per me”.

Ora un po' di Sicilia sarà sempre insieme a lui, nella sua vita che ha il profumo di una splendida rinascita.

Fonte foto: screen video Rai