Coronavirus, virologo chiarisce: "Per contagiarsi servono almeno 15 minuti"

Mentre il Paese sta per entrare nella fase 2 del Coronavirus, continuano gli studi per aumentare la comprensione e la conoscenza della malattia. A questo proposito, un virologo dell'ospedale Cotugno di Napoli, Massimo Sardo, ha rilasciato delle dichiarazioni importanti ai microfoni di Radio Crc, riguardo le tempistiche e le modalità del contagio: "Quindici minuti rappresentano il tempo necessario affinché ci sia una possibile trasmissione: questa è la definizione di contatto stretto. Restare a meno di un metro di distanza dalla persona che presenta il Coronavirus può trasmettere l’infezione attraverso le goccioline di saliva che si trovano nell’aria, tutto questo deve avvenire, però, in un periodo di 15 minuti, quindi i contatti occasionali sono molto meno infettanti. Ovviamente, le persone che presentano sintomi sono molto più infettanti degli asintomatici".

Questa tesi è avvalorata e portata avanti anche dal principio base che regolerà l'App "Immuni", uno dei punti cardine del governo per la Fase 2. Uno dei parametri dell'applicazione, infatti, terrà conto del tempo di esposizione di un individuo a un altro (che sia quest'ultimo positivo o meno al Covid-19). In caso di contatto con un positivo scatterà un allarme.

Anche il commissario per l'emergenza Coronavirus, il meridionale Domenico Arcuri, ha parlato del tempo necessario al contagio tra le persone: "Gli scienziati ci dicono che il tempo minimo certo per essere a rischio di contagio sia quindici minuti. La distanza di rischio per noi è oscillante tra un metro e due metri. Io penso che sia cosa buona e giusta considerare il limite massimo di questo intervallo e cioè una quantità di metri più vicina al due che non all’uno”.

Una precisazione importante, che esclude quindi il contagio per alcuni secondi e anche minuti. Nonostante questo, comunque, è fondamentale evitare assembramenti e continuare a spostarsi solo per necessità. Bisogna mantenere e migliorare i numeri attuali per uscire dall'emergenza.