Oggi è la Giornata Mondiale della Terra: rispettiamo il pianeta anche dopo il Coronavirus

Il 22 aprile si celebra in tutto il mondo la "Giornata Mondiale della Terra", per ricordare a tutti l'importanza della tutela dell'ambiente. Solitamente la ricorrenza mobilita miliardi di persone, con più di 22mila partner aderenti in 193 Paesi. Oggi, in tempi di Coronavirus, anche questa giornata viene vissuta solo virtualmente, con tv e media che dedicheranno documentari, filmati e approfondimenti.

In un periodo come questo, in cui siamo costretti a casa ad osservare la natura che fa il suo corso senza di noi, è fondamentale riflettere su un punto: abbiamo un solo pianeta, uno soltanto, e ne stiamo sprecando le risorse.

E allora, almeno in questa giornata, fermiamoci a riflettere su uno dei pochissimi aspetti positivi che questa pandemia ha scatenato. La Terra sta respirando! Sui social troverete testimonianze da ogni parte del mondo: mari pulitissimi, verde ovunque, animali che si mostrano senza paura.

Uno studio realizzato dal Crea (Centre for research of energy and clean air) ha evidenziato che in Cina, durante il lockdown per il Covid-19, le emissioni di CO2 sono calate del 25%. Anche le concentrazioni di biossido di azoto sarebbero diminuite, in tante parti d'Europa. A Madrid, Milano, Roma, lo stop avrebbe ridotto del 45% la presenza di NO2.

E' diminuito il consumo di energia elettrica, si è abbassato il prezzo del petrolio. Tutto quello che non si è riusciti a fare in anni, decenni di sensibilizzazione ambientalista, lo ha fatto il Coronavirus in pochi mesi.

Ecco perché sarebbe davvero fondamentale trasformare la ripresa (nel post Covid) in vera opportunità per fare la cosa giusta, non solo per l'ambiente, ma per l'intera razza umana.

Si dovrebbe puntare a creare posti di lavoro e attività attraverso transizioni verdi; ambire alla crescita sostenibile; investire in progetti che aiutino ambiente e clima; tagliare i finanziamenti per i combustibili fossili, far pagare agli inquinanti il prezzo del loro inquinamento; lavorare come comunità internazionale, insieme, verso lo stesso obiettivo.

E' chiaro, invece, che la fine del lockdown potrebbe ripristinare esattamente la situazione precedente all'epidemia, visto che i benefici sono arrivati soprattutto grazie allo stop dei veicoli e delle attività produttive. E allo stesso tempo è chiaro che, d'inverso, la chiusura di queste ultime abbia creato danni immani al Pil e alla disoccupazione (le proiezioni, soprattutto per l'Italia, fanno paura).

Eppure, se guardate le immagini circolate in questi giorni sul web, che ci riguardano da vicino, che toccano i luoghi del Sud che abbiamo vissuto fino a tre mesi fa, riflettete. I delfini nel Golfo di Napoli, l'aria pulita, la natura incontaminata.

Ma siamo davvero sicuri che non esista un'altra strada? O non l'abbiamo mai davvero cercata?