Al Sud c'è chi resta e chi va via. E il dibattito su quale sia la scelta più difficile è sempre aperto e non ha una risposta univoca e precisa. Secondo l'antropologo calabrese Vito Teti, la "restanza" è quella forma di resistenza del cittadino meridionale che sceglie di rimanere con positività e non con rassegnazione.
Per favorire questo tipo di movimento a "restare", l'associazione culturale "La scatola di latta" ha ideato il progetto "Daimon: a scuola per restare".
Questo progetto è una sorta di scuola, nata dopo circa sei anni di passeggiate tematiche, iniziative e incontri formativi, che coinvolge organizzazioni, docenti, istituzioni e cittadini. L'obiettivo è ridare vita ai borghi fantasma sempre più spopolati dall'emigrazione dei giovani.
"È fondamentale - sostiene Gianluca Palma, uno degli organizzatori - preservare il patrimonio culturale e naturale dei piccoli centri, per tutelarne la produzione agricola, culturale ed enogastronomica, ovvero le loro connotazioni identitarie".
È un progetto che punta alla valorizzazione del territorio con luoghi di apprendimento disseminati ovunque: nei campi, nelle cantine e nelle botteghe pugliesi.
Dal 2009 al 2018, secondo l'Istat, il Salento ha subito l'emigrazione di 31.103 cittadini. Ora, nel proprio piccolo, i pugliesi vogliono fare qualcosa per creare un movimento opposto, che resti e che resista.