Al Sud c'è una cipolla speciale: veniva usata per rassodare i muscoli

Sapevate che ad Alife, un Comune del Casertano situato alle pendici del Massiccio del Matese, ci sono delle Cipolle molto speciali, i cui bulbi di epoca romana sono sopravvissuti ai secoli e giunti ai giorni nostri? Le Cipolle di Alife sono addirittura diventate protagoniste di un programma di recupero che consente di conservarne la tradizione e di assaggiarle in molte ricette.

La tradizione delle Cipolle di Alife

La Cipolla di Alife ha un'origine molto antica, risalente all'epoca della dominazione romana, quando i gladiatori erano soliti strofinare il corpo con la cipolla per rassodare i muscoli. In epoca longobarda, invece, i bulbi erano considerati un analgesico e impiegati come antidoto ai morsi dei serpenti o alla perdita dei capelli. La loro fama è rimasta intatta nel corso del tempo, ma negli ultimi decenni sono rimaste poche aziende a mantenerne viva la tradizione.

Le caratteristiche

La Cipolla di Alife ha un bulbo di forma schiacciata e una buccia di colore rosso ramato acceso. Il suo sapore è dolce e delicato. In genere si semina ad agosto e viene trapiantata tra gennaio e marzo, e dopo il raccolto viene confezionata in trecce, e poi mantenuta fino alla primavera successiva.

Come cucinarla

I bulbi della cipolla di Alife sono buonissimi da consumare crudi in insalata, ma sono ottimi anche come ingredienti per piatti come frittate o cipolle in agrodolce. Provatela anche nell'insalata d'orzo con Asiago, cipolla e radicchio, o nel crudo di pesce spada con salsa agrodolce di cipolla ramata e porro.