Nuova grande scoperta agli scavi di Ercolano. Sono stati rinvenuti dei resti di materia celebrale in una delle vittime dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Ad evidenziare lo studio e portarlo alla luce è stata la rivista medica New England Journal of Medicine, ma a fare lo straordinario ritrovamento sono stati Pier Paolo Petrone (direttore Laboratorio di Osteobiologia Umana e Antropologia Forense) e il suo team di antropologi e ricercatori. Allo studio inoltre ha partecipato anche il Direttore del Parco, Francesco Sirano.
Già in passato erano stati ritrovati i resti di un letto ligneo e quelli carbonizzati di un uomo, e lo scheletro di quest'ultimo si trova ancora negli ambienti del Collegio degli Augustali di Ercolano.
Ma la scoperta è stata fatta nei resti della vittima, dove è emerso del materiale vetroso, oltre che proteine e acidi grassi presenti normalmente nei tessuti cerebrali e nei capelli.
A causare la combustione di grasso e tessuti è stato certamente il calore elevato dovuto all'eruzione vulcanica, che avrebbe anche vetrificato il cervello. Non era mai successo in archeologia di ritrovare resti di cervello vetrificati a causa del calore prodotto da un'eruzione.