Facebook premia 23 geni dell’informatica: 3 sono del Sud Italia

Grande successo per le eccellenze italiane nel settore dell'informatica. Infatti Facebook ha indetto un concorso internazionale per ingegneri del software, per valutare le loro capacità nel progettare e far funzionare programmi per pc e smarphone.

Ci sono stati centinaia di partecipanti, ma l'azienda di Zuckerberg ha scelto di premiare solo 23 persone. Tra questi 10 sono italiani e 3 provengono dal Sud Italia, testimoni di un paese che riesce ad emergere anche in settori altamente tecnici e tecnologici.

In Italia, da anni, sta nascendo un gruppo di informatici davvero molto preparato grazie a istituti di eccellenza come il Cnr, il Politecnico di Milano, l’Università di Salerno, il Gran Sasso Science Institute dell’Aquila.

Ma chi sono i nostri 3 geni informatici?

Pasquale Salza - fonte repubblica

Pasquale Salza ha 31 anni ed è originario di Ariano Irpino. Si è laureato all'Università di Salerno e oggi è ricercatore all’Università di Zurigo, dopo essersi specializzato anche a Dublino, Lugano e al Mit di Boston.

In un'intervista a repubblica.it ha raccontato che tutta la sua passione dell'informatica è partita giocando con i videogames: "Sono tuttora appassionato di videogame ma è stato questo interesse a farmi avvicinare da ragazzino ai computer e alla programmazione: sono sempre stato molto curioso, non mi bastava più soltanto guardare il pc passivamente, volevo capire come le cose erano state fatte, cosa c’era dietro.

Durante il dottorato mi sono occupato di portare sul cloud gli algoritmi genetici: una tecnica per risolvere problemi molto complessi, per i quali i computer ci metterebbero un tempo pari all’età dell’universo. Gli algoritmi genetici traggono ispirazione dall’evoluzione naturale: riproduzione degli individui, incroci genetici e selezione, con sopravvivenza del più forte. Nel caso dei problemi da risolvere, gli individui sono le soluzioni, che si evolvono nel tempo, incrociandosi tra di loro fino a diventare sempre migliori. Ora con il cloud computing tante macchine possono dividersi i compiti richiesti dagli algoritmi genetici, riducendo ulteriormente il tempo".

Ha voluto omaggiare anche colei che gli ha permesso di raggiungere questo prestigioso titolo: "Nella mia università di origine, a Salerno, si è fatto molto, proprio grazie alla professoressa Filomena Ferrucci, co-autrice del progetto che abbiamo presentato a Facebook. Ha favorito le attività di orientamento per le scuole superiori in modo da avvicinare le ragazze al mondo dell’Informatica".

Filomena Ferrucci - fonte repubblica

È proprio Filomena Ferrucci, una delle donne del Sud, premiate da Facebook. La professoressa dell'Università di Salerno è nata 53 anni fa a Vallata, in provincia di Avellino, ma negli anni Ottanta si è trasferita a Salerno per studiare informatica e poi per insegnarla.

È molto attiva per incrementare la presenza delle donne nel settore dell'informatica: "Oggi solo circa l’11% degli immatricolati è di genere femminile. E pensare che quando mi sono iscritta all’Università la situazione era molto diversa, eravamo circa il 30%. Un arretramento che non trova giustificazioni valide.

La società sempre più digitale ha bisogno del contributo delle donne, della loro intelligenza, sensibilità, creatività, intuito, talento per poter raccogliere le tante sfide ancora aperte e realizzare l’innovazione di domani".

Antonia Bertolino - fonte repubblica

Infine c'è Antonia Bertolino, uno dei pionieri dell'informatici italiana. Nata a Marsala, nell'estrema punta occidentale della Sicilia, ha dato un forte contributo all'informatica in Italia: "Quando nel 1978 mi iscrissi all'Università di Pisa i personal computer non erano ancora alla portata di tutti, né tanto meno esistevano Internet o la posta elettronica".

Oggi, a 59 anni, è un Dirigente di ricerca del Cnr. Ha raccontato come è nato il suo amore per questo settore: "Ma quella verso i computer non fu una vocazione. Piuttosto una scelta strategica, e guardando indietro profetica. Mi piacciono da sempre la matematica, la fisica, la logica, ma uniti a senso pratico: cosi' decisi che volevo essere un ingegnere e scelsi questo orientamento allora chiamato di 'ingegneria elettronica con indirizzo calcolatori'.

Mi occupo di ingegneria del software, e già il nome dovrebbe rendere in qualche modo il concetto: lo sviluppo dei programmi che stanno dentro i computer, i telefonini, le automobili, le lavatrici, deve seguire processi ben definiti e necessita di adeguati strumenti di supporto, cosi' come in ogni altro tipo di ingegneria. Altrimenti i programmi si interrompono in continuazione o fanno cose sbagliate".

Grande orgoglio per queste eccellenze del Sud Italia che si sono ritagliate uno spazio importante nel settore dell'informatica.