Tumori, la scoperta meridionale per una diagnosi precoce

Da un ospedale del Sud arriva uno studio per diagnosticare in anticipo i tumori. Una scoperta importantissima che, nei prossimi dieci mesi, terrà impegnati alcuni ricercatori dell'Istituto Tumori "Giovanni Paolo II" di Bari. La ricerca meridionale dispone di 230mila euro, grazie a un finanziamento da due milioni di euro assegnato dal Ministero della Salute a otto progetti presentati dall'Alleanza contro il cancro, il network di 27 istituti scientifici di ricovero di cui fa parte anche il centro sanitario pugliese.

Attraverso questo studio i ricercatori sono arrivati alla conclusione che, per diagnosticare in tempo i tumori della testa e del collo, la soluzione si troverebbe nella saliva e nel sangue. Attraverso un screening molecolare e a una "super banca dati" di campioni biologici di qualità, potrà essere garantita una diagnosi precoce della malattia, insieme all'elaborazione di terapie altamente efficaci. I campioni di saliva e sangue saranno poi conservati nella biobanca dell'Istituto barese, che ad oggi già custodisce 180mila campioni.

Questa ricerca calcola che ogni anno saranno scoperti, in tutto il mondo, ben 830mila casi di tumori testa-collo, che colpiscono il labbro, il cavo orale, la laringe, l'orofaringe e l'ipofaringe. Oltre all'Istituto "Giovanni Paolo II" di Bari sono coinvolti nello studio anche l'Istituto nazionale tumori fondazione Giovanni Pascale di Napoli, l'Istituto europeo di oncologia di Milano, l'Istituto Regina Elena di Roma, l'Ospedale policlinico San Martino di Genova, con la collaborazione internazionale dell'International Agency for Research of Cancer di Lione.

Angelo Paradiso, direttore scientifico del "Giovanni Paolo II" ha così commentato ai microfoni del quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno l'importante traguardo raggiunto: "Grazie anche a questo finanziamento, che ci permetterà di sostenere, tramite borse di studio, giovani ricercatori, l'Istituto tumori di Bari farà la sua parte, puntando a migliorare, qualificare e innovare la sua biobanca, la vera miniera d'oro per la ricerca ma anche e soprattutto per la cura dei tumori".

"Oggi - ha aggiunto Antonio Delvino, direttore generale dell'Istituto - è sempre più importante fare network qualificati e di eccellenza perché la scelta dei trattamenti è sempre più basata sull'analisi dei dati di tutti i pazienti. Quanto mai necessaria, dunque, la collaborazione del nostro Istituto con il network di Alleanza contro il cancro, che aggrega eccellenze distribuite su tutto il territorio nazionale".