Tapiro ad Ambra Angiolini, la figlia Jolanda non ci sta: "E' davvero necessario infierire?"

La storia del Tapiro consegnato da Valerio Staffelli ad Ambra Angiolini sta facendo molto discutere. Jolanda, la figlia diciassettenne dell'attrice e di Francesco Renga, è intervenuta per sottolineare il gesto inopportuno e brutale compiuto da Striscia La Notizia. Ambra meriterebbe l'anti-premio ideato da Antonio Ricci, per aver visto svanire dopo quattro anni il suo amore con Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus, e di essere stata tradita.

Secondo le indiscrezioni di "Chi", infatti, la loro relazione sarebbe finita per un tradimento di lui. Lui la tradisce e lei riceve il Tapiro. Ma Jolanda non ci sta e scrive un post in difesa della madre che ha fatto riflettere molti. L'attuale allenatore della Juventus sarebbe scomparso dalla vita dell'attrice. "Sì è smarcato sulla fascia. Cosa è successo?" chiede Valerio Staffelli ad Ambra, la quale, a proposito del ghosting subito dall'ormai ex compagno, risponde più volte: "Non lo so". Ma, porgendole il Tapiro, Staffelli la rincuora: "Lui non la lascerà mai sola". E l'ex volto di "Non è la Rai" ci scherza su in maniera forzata: "Diciamo che almeno il Tapiro in casa a Milano entra... ".

Dopo la consegna del Tapiro, Jolanda scrive così sul suo profilo Instagram: "Oggi la mia mamma ha ricevuto un Tapiro in seguito alla pubblicazione di vari articoli sulla fine della sua relazione, ma non mi è chiaro il motivo. So bene che, da personaggio pubblico, secondo alcuni è giusto che la sua vita, anche quella privata, venga sbandierata ai quattro venti, ma è davvero necessario infierire? Perché venire da lei a Milano? E perché non andare a Torino? Perché si è fidata della persona con cui stava e con cui ha condiviso 4 anni della sua vita? E anche se questa persona alla fine si è rivelata diversa, è colpa di chi si fida o di chi tradisce la fiducia, e tradisce in ogni modo possibile?

Cosa c'è di riprovevole o 'perdente' nel fidarsi e nell'amare?  - continua la figlia di Ambra - Quando si gioca si sta al gioco, sono d'accordo, ma questo non mi sembra il caso. E ditemi quello che volete, che sono pesante, che non so scherzare, che i problemi veri sono altri, ma non mi fa ridere. La sofferenza della altre persone non mi diverte. E sì, mi sento di dirlo perché c'è di mezzo la mia mamma, ma lo penso a prescindere".

Il commento di Jolanda ha fatto riflettere molti. La prima a commentare la consegna del Tapiro è stata Francesca Barra, che ha sottolineato il sessismo del gesto di Staffelli: "Questo è il paese che non va dal mister Allegri, dal 'maschio' a dare il tapiro di Striscia. Ma dalla donna, la parte chiaramente più in difficoltà. Questo è il paese delle grandi battaglie, della solidarietà femminile, dell'empatia. Del 'ti faccio male e poi ti sfotto cantando una canzoncina', perché tutto finisce sempre così, per sembrare un gioco.

Questo è il Paese che consegna il tapiro non per uno sfondone, un errore, ma per una questione sentimentale privata, delicata, forse ancora da risolvere e che sicuramente fa soffrire Ambra. Così ci pensa Jolanda, sua figlia, a rispondere in modo chiaro e far capire che no, non è affatto un gioco. A loro ad @ambraofficial e @jolandarenga, non va un tapiro, ma una Coppa. E poi magari qualche scusa".

In molti hanno notato anche l'atteggiamento indifferente e soprattutto la mancata presa di distanza di Vanessa Incontrada, conduttrice di Striscia, rispetto al trattamento riservato ad Ambra: "Quante volte ti abbiamo sentito lamentarti della crudeltà dei media, cara Vanessa - scrive Selvaggia Lucarelli - Dei media che sfruculiano la tua vita privata, che giudicano il tuo corpo. Ieri potevi tirarti fuori da questa trattazione così spietata della faccenda. Pensaci la prossima volta in cui ti lamenterai della crudeltà del sistema con le donne, perché ieri ne hai fatto parte anche tu".

Oggi è stata proprio Ambra a intervenire in merito alla questione ai microfoni di Radio Capital, dichiarando: "Esiste per tutti il giorno zero, è un momento in cui non si vince, non si perde, ma si riparte. Ci si allontana dalle persone che diventano ricordi, da quelle che non restano, da quelle che in fondo non ci sono mai state. Si chiama giorno zero perché quello che segue lo zero è sempre un inizio e negli inizi non si conosce la sconfitta".