Luca Abete, popolare inviato del tg satirico Striscia la Notizia, è tornato a far parlare di sé non per le sue inchieste-denunce televisive, ma per un fatto che lo ha visto protagonista in prima persona. Assente dal suo account Instagram per alcuni giorni, il corrispondente ha raccontato una storia su quello che gli è successo.
"Sono stato bloccato da Instagram" ha annunciato nelle scorse ore il popolare inviato e volto di Canale 5. Molti dei suoi follower, infatti, erano allarmati dal non vedere più Luca attivo sul suo account ufficiale nel noto social network per la condivisione di immagini.
Abete ha spiegato che, a seguito della condivisione di un breve video, Instagram ha ritenuto di dover prendere la misura drastica. Ma cosa avrebbe fatto l'inviato di così grave? A spiegare i fatti e chiarire i dubbi è lo stesso corrispondente.
Luca aveva condiviso sul suo account Instagram ufficiale un brevissimo video - pochi secondi in tutto - di un episodio avvenuto in campo agli Europei 2020. In particolare il telaio riguardava Barella che ha lanciato una bottiglia mentre era in panchina al Locatelli.
Tutto questo sarebbe successo durante la partita Italia-Galles. La reazione di Locatelli non sembra essere delle migliori, dimostrando di non aver gradito per niente il gesto dell'altro giocatore. Una scena, quindi, che molti non percepirebbero come offensiva per chi la vede.
Di diverso avviso invece il team di controllo di Instagram, che ha giudicato quelle (del tutto innocenti) immagini dannose e offensive. Ennesima prova di quanto siano approssimarivi, parziali e pericolosi i controlli del noto social network.
Quindi questo è stato sufficiente per bloccare l'account per ben tre giorni: cosa gravissima per un giornalista che fa della visibilità la propria principale arma di difesa: se cadesse nell'anonimato, ipotizziamo, quante persone vorrebbero "vendicarsi"?
Dopo la riapertura dell'account, Luca si pone una legittima e giustissima domanda: "Allora gli insulti che riceve quasi quotidianamente sui social non sono altrettanto offensivi?".
Un dubbio legittimo e condivisibile che ha aperto una nuova discussione su quali siano i parametri - a volte troppo restrittivi e incomprensibili - applicati dal noto social network.