Quando Massimo Troisi sorprese tutti dicendo "Devi capire il napoletano!"

Purtroppo oggi celebriamo un anniversario molto triste, l'anniversario della morte di Massimo Troisi. Sono passati 27 anni dalla sua morte, avvenuta il 4 giugno 1994. L'attore aveva solo 41 anni ed è morto il giorno dopo aver terminato le riprese dell'ultimo film Il postino. La sua partenza ha lasciato un vuoto irreparabile nel nostro cinema locale.

Non solo nella settima arte: lo stesso vuoto è anche il vuoto nei cuori del pubblico che ama Troisi. Nato a San Giorgio A Cremano, in un sobborgo alle porte di Napoli, quest'uomo ha lottato contro gli svantaggi del destino e ha vinto.

Una risata saggia, sommessa, più che stupida: l'arte ineguagliabile di Massimo Troisi produce una risata che è il risultato inscindibile di ragione, pensiero, cervello e cuore.

Possiamo dire che la lingua rappresenta uno degli aspetti più riconoscibili della cultura di una nazione. Linguaggio e identità sembrano legate da un rapporto inscindibile che può trasformare una persona da individuo a esistenza sociale. Il linguaggio modella, progetta e modella la società. Modella la cultura e crea conoscenza. Prova a immaginare come sarebbe un napoletano se non ci fossero "napoletani". impossibile!

Questo Massimo Troisi sapeva benissimo di aver trasformato il napoletano in uno stendardo, una specie di abito che gli sembrava adatto, una tipica espressione drammatica, piena di espressioni idiomatiche, altrimenti non sarebbe stata resa e realizzata. Ma l'uso del dialetto da parte di Massimo (che all'epoca era ancora classificato come dialetto) non era solo drammaticità ed espressività, sembrava una vera e propria lotta sociale e politica. Usando Napoli come imposizione di una cultura svalutata e impoverita da stereotipi e luoghi comuni, lui stesso ha cercato di combatterla nei suoi film fino all'ultimo momento della sua vita!