Il magnifico 'Gigante buono' del Sud sfida l'Europa: la sua storia è millenaria

Dopo aver vinto il concorso "Albero Italiano 2020" il Platano millenario di Curinga, nella provincia di Catanzaro in Calabria, sogna l'Europa, candidandosi all'European Tree of The Year 2021. E' un monumento vivente, uno splendido esemplare di platano orientale, unico in tutta Europa e inestimabile valore, adorato quasi come una divinità dalle persone del luogo e dai turisti.

I calabresi lo chiamano il "Gigante buono" e la sua storia della sua nascita è millenaria. Si dice che un monaco dell'ordine dei basiliani, nel IX secolo, abbia portato con sé una  piccola piantina dall'Asia Minore, e l'abbia interrata nelle vicinanze dell'Eremo di Sant'Elia Vecchio, crescendo la piccola pianta è diventato il maestoso esemplare che conosciamo oggi. Si racconta che potesse proteggere interi greggi dalle intemperie e che i briganti vi abbiano trovato riparo nelle notti più buie.

Con i suoi 31,5 metri d'altezza e il tronco cavo che misura ben 14,75 metri il Gigante Buono è stato il riparo e il punto d'incontro per mille anni di contadini e abitanti del luogo, che si recavano presso le sue fronde d'estate per ammirare lo spettacolare tramonto sul Mar Tirreno, uno sguardo che si posa sulle isole Eolie e sullo Stromboli. La longevità di questo imponente opera della natura è merito dell'aria pulita di questo luogo magico e sacro e al costante afflusso di acqua.

Il Sindaco di Curinga, Vincenzo Serrao, ha dichiarato all' AGI quanto segue: "Questo è un monumento nazionale, dopo aver vinto la selezione nazionale come albero più amato d'Italia, adesso con l'aiuto di tutti speriamo di diventare l'albero più amato d'Europa, perché è un platano orientale. All'interno del tronco c'è un incavo in cui può entrare anche una scolaresca."

La voglia che questa affascinante meraviglia del Sud diventi conosciuta non solo sul territorio nazionale, ma in tutta Europa è sentita in maniera particolare dal Sindaco di Curinga e da tutti i calabresi. La vincita rappresenterebbe un ulteriore modalità di sviluppo del turismo non solo della zona in cui l'albero risiede, ma dell'intera regione attraverso il solo uso della bellezza naturale.