Coronavirus, i positivi sono sei volte più di quelli registrati: i dati del Sud

Pochi giorni fa sono arrivati i risultati dell'indagine di sieroprevalenza sul Sars- Cov-2 realizzata dal Ministero della Salute e Istat. Dall'indagine sono emersi grandi differenze tra le regioni e ancora di più tra le città, anche quelle vicine, con un picco raggiunto dalla città di Bergamo, in cui è stato registrato un dato molto alto: qui, infatti, le persone venute in contatto col nuovo Coronavirus sono state il 24%. Ben diverso, invece, il discorso per il Mezzogiorno, dove nessuna regione supera l’1% di persone positive al test sugli anticorpi al Sars-Cov-2.

I numeri che consegna l'indagine mostrano un'Italia molto diversificata: la Lombardia, infatti, assorbe da sola il 51% dei positivi ai test eseguiti, così come anche il 50% dei decessi. Ma anche all'interno della stessa regione lombarda ci sono profonde differenze territoriali: nelle province di Bergamo è stato registrato il 24% di contagiati, a Cremona il 19% e sono le uniche città, insieme a Piacenza, ad avere un dato di sieroprevalenza a doppia cifra.

Al Sud, invece, tutte le regioni hanno avuto una sieroprevalenza sotto l'1%, e la regione più colpita è al Nord, appunto la Lombardia con il 7,5%; subito dopo c'è la Valle d'Aosta con il 4%; e dopo alcune regioni del Centro Nord al 3%. Di seguito le percentuali delle altre regioni: 3,3% nella provincia autonoma di Bolzano, 3,1% in quella di Trento e in Liguria, 3% Piemonte, 2,8% in Emilia Romagna, 2,7% nelle Marche, 1,9% in Veneto, 1,5% in Abruzzo; 1% nel Lazio, in Toscana e in Friuli Venezia Giulia. Chiude il Sud: Puglia e Umbria con lo 0,9%, Basilicata 0,8%, Campania e Molise 0,7%, Calabria 0,6%, Sardegna e Sicilia in coda con solo lo 0,3% di positivi al test degli anticorpi.

I dati, comunque, anche se mostrano che in Italia non c'è assolutamente "immunità di gregge", svelano anche che gli italiani che sono entrati in contatto con il virus sono sei volte più di quelli ufficialmente trovati.