Al Sud una nuova linea ferroviaria di 35 chilometri per collegare i paesi interni

Il progetto non è nuovo, anzi, l'idea risale a prima dell'Unità d'Italia, eppure non ha mai trovato compimento. Ora, invece, c'è un nuovo slancio per concretizzare l'idea della linea ferroviaria Eboli-Calitri, per collegare la bassa valle del Sele con la Valle dell'Ofanto. Questo progetto risale all'epoca dei Borbone, i quali commissionarono un progetto specifico, che non fu portato a termine. Ripreso varie volte successivamente, non è mai stato concluso.

Ora un comitato promotore ha riproposto l'idea, che sembra funzionale soprattutto in termini logistici e di recupero di una vasta area delle zone interne salernitano-irpino-lucane. Con la realizzazione di una bretella di circa trentacinque chilometri, infatti, si potrebbero mettere in comunicazione ben 12 aree industriali, riducendo la mobilità pesante su quel tratto specifico. Si potrebbe, in questo modo, adeguarsi allo stile ecologico presente sia nel nord Italia che, soprattutto nel resto d'Europa.

Così la linea potrebbe movimentare merci e persone, rappresentando un collegamento tra la tratta Battipaglia-Potenza-Taranto e, tramite la Foggia-Potenza, avviarsi verso la zona adriatica.

Ma questo è solo un sogno o un progetto realizzabile? Come riporta Avellino Today, il comitato promotore, innanzitutto, punta a convincere il Ministero per le infrastrutture a finanziare uno studio di fattibilità per comprenderne la reale possibilità.E' chiaro che questa linea ferroviaria avrebbe un impatto sociale, ambientale ed economico molto forte, coinvolgendo i soggetti attivi nelle amministrazioni comunali, nell’imprenditoria locale, nelle forze sociali che lavorano nell’agricoltura, nell’industria e nel turismo.

E' importante, infatti, far comprendere in alto le esigenze del territorio e l'utilità del progetto, che avrebbe ricadute non solo pratiche ma anche indirette per la rinascita di queste aree. Il Sud ha bisogno di nuove forme di viabilità, e ha bisogno che il Governo centrale assecondi il suo sviluppo infrastrutturale. Solo così non ci saranno più aree abbandonate a se stesse, e anzi valorizzate per le potenzialità che hanno.